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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2012 alle ore 15:33.

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Fase finale da spettatori per Robben e compagni? (foto Ap)Fase finale da spettatori per Robben e compagni? (foto Ap)

A Euro 2012 è il giorno della frustrazione, il cui oscar viene assegnato d'ufficio al gruppo B anche se stanotte qualcuno brinderà per averla scampata bella. Perché comunque vada una delle due tra Olanda e Portogallo lascerà l'Europeo a testa china, sotto il peso della propria superbia. O magari se ne andranno entrambe, a meditare sul concetto di squadra che è lontano anni luce dal concetto di talento individuale un po' come quegli arricchiti che acquistano solo abiti firmati senza saper abbinare un colore.

Dopo i colpi di scena di ieri, con la qualificazione dei greci e l'eliminazione dei russi, non ci sarebbe da stupirsi se ai quarti, con la Germania, ci finisse la Danimarca. Nello scontro diretto sarebbe legittimo un po' di lassismo da parte dei tedeschi che sono già mentalmente e fisicamente proiettati agli scontri diretti sulla via della finale. L'unico che ha veramente interesse a spingere sull'acceleratore è Mario Gomez, in corsa per il titolo di capocannoniere. In fondo agli uomini di Loew un punticino andrebbe più che bene. Infilarsi nel ginepraio dei conteggi del gruppo B ci farebbe trascorrere un pomeriggio diverso ma limitiamoci a dire che i tedeschi per vanificare tutto dovrebbero perdere con due gol di scarto con la Danimarca e la cosa appare un po' improbabile.

Il ct tedesco ovviamente sta con le antenne dritte visti i chiari di luna che hanno illuminato le prime sentenze del torneo. In campo ci sarà la miglior formazione possibile con il sommo bomber Gomez (3 gol per lui) . Senza Boateng la scelta ricadrà quasi certamente su Bender mentre Olsen è in cerca di una soluzione offensiva per sostituire l'infortunato Rommedahl. Il colpaccio di una vittoria vedrebbe i danesi favoriti anche sul Portogallo in caso Cristiano Ronaldo e compagni non si schiodassero dalla quota 3 punti. A saltiamo proprio alla gara più interessante, quella di cui parlavamo in apertura. Se l'Olanda deve sperare in un miracolo di concomitanze per ritornare in corsa, il Portogallo ha l'obbligo di vincere ma l'autostima all'interno del gruppo è finita sotto i tacchetti. CR7 è l'uomo più fischiato dell'Europeo, e pure i compagni non sono più disposti a tollerare l'atteggiamento da star annoiata che gioca per fare un favore al mondo. Per non parlare del legittimo accanimento della stampa portoghese. Nei primi 180' l'apporto del campione del Real Madrid è stato a impatto zero. Se ci fosse una giustizia questo gli costerebbe il Pallone d'Oro che tanto attende ma questo è un capitolo a parte. Solo Bento continua a difenderlo, più per mancanza di alternative che per convinzione. Perché ovviamente nessuno quanto lui ha, potenzialmente, il jolly in canna. Van Marwijk sul fronte arancione sta già imballando gli scatoloni. La sua avventura sulla panchina olandese dovrebbe chiudersi, a occhio e croce, in concomitanza con la probabile eliminazione dei suoi. Il ct non sa più a che santo votarsi e ridisegna lo schema tattico fino allo sfinimento nella speranza di trovare la formula vincente visto che gli ingredienti, prsi separatamente, sono di qualità eccelsa: Robben, Sneijder, Van Persie e Huntelaar (dentro dal primo minuto). Giocarsi il tutto per tutto è ovviamente l'imperativo per questa sera ma il rischio di scoprirsi troppo è altrettanto ovviamente in agguato. D'altra parte, con le soluzioni last minute la coperta è sempre troppo corta.

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