Non c'è più tempo per alibi, trucchetti, calcoli. Da stasera si fa sul serio. Dentro o fuori. Cominciano i quarti di finale di Euro 2012. Si parte da Varsavia, dove apriranno le danze Repubblica Ceca e Portogallo. A modo loro due sorprese.

La prima in positivo, perché la repubblica Ceca non solo si è qualificata ma lo ha fatto addirittura piazzandosi prima in un girone che ha visto l'eliminazione dei padroni di casa della Polonia ma soprattutto della Russia, squadra che aveva favorevolmente impressionato per la sua organizzazione di gioco e le sue spiccate individualità. Il Portogallo invece ha dapprima sorpreso negativamente, con la sua evanescenza e la sua dipendenza da un Cristiano Ronaldo che non riusciva a innescare la marcia e si è svegliato giusto in tempo per evitare il fallimento. I girone era il più tosto dei quattro e ha registrato la caduta di una grande favorita della vigilia: l'Olanda dei grandi talenti che hanno rimediato solo figuracce.

I cechi scenderanno in campo certamente con minor pressione rispetto alla squadra di Bento. Ora che ha rialzato la testa, il Portogallo punta ad arrivare in fondo. Obiettivo, la finale. La squadra di Bilek si era posta invece proprio questo come obiettivo, superare le fase a gironi, e questa sua serenità potrebbe essere la carta vincente di questa sera. In fondo la squadra ceca è una squadra in piena ricostruzione. Un cantiere ancora aperto dall'Europeo precedente, dalla fine del ciclo - Nedved, per intenderci. Ma dopo l'eliminazione al primo turno del 2008 la federazione ha fatto un buon lavoro costruendo una squadra competitiva che, considerato il livello generale non eccelso di questo Europeo, se avesse avuto a disposizione Rosicky avrebbe anche potuto diventare, a questo punto, una possibile mina vagante su cui scommettere qualche euro per fare il colpaccio. Il trequartista dell'Arsenal invece si è dovuto arrendere ad un tendine d'Achille in disordine che lo costringe a fare da spettatore, almeno nella prima fase della gare. Il tecnico cercherà di recuperarlo in extreis ma se pure dovesse farcela non sarebbe nelle condizioni ideali per far pesare il suo tasso tecnico come si deve. L'alternativa è quella di piazzare Kolar dietro a Baros (lontano anni luce dal brillante attaccante che incantò nel 2004 vincendo la classifica marcatori) nel 4-2-3-1 che potrebbe però cambiare in corso con l'inserimento di una seconda punta. L'altro punto di forza è il portiere Cech, del Chelsea, che fin qui però non è stato certo inappuntabile.

Solito 4-3-3 invece per i portoghesi, che navigano a vista tra mille polemiche. Ci mancava solo il presidente del Barcellona a far innervosire Cristiano Ronaldo, dichiarando che si tratta del dodicesimo calciatore più forte del mondo dopo quelli blaugrana. Bento fa quadrato ma il campione del Real, che pure si è sbloccato con una doppietta nella gara decisiva con l'Olanda, è nervoso e suscettibile e sente tutto il peso della responsabilità sulle sue spalle. In effetti, al di là dei suoi gol, saranno proprio lui e Nani le chiavi tattiche per arginare il gioco sugli esterni che è il piatto forte dei cechi. E poi il Portogallo dovrà ridurre il margine di rischio. Troppi gol subiti dalla sua difesa. Se Pepe e Bruno Alves sapranno garantire l'incolumità di Rui Patricio, allora potranno far valere senza difficoltà un livello decisamente superiore a centrocampo e in attacco.

Se sulla carta il duello tra Baros e Ronaldo ha il sapore di un duello generazionale, sbiadito passato contro fulgido presente, basti ricordato come è finita sulle stesse basi tra Shevchenko e Ibrahimovic, con una doppietta dell'ucraino e tanti saluti all'attuale bomber rossonero che nello scontro diretto si è fermato a uno.

REPUBBLICA CEKA (4-3-1-2): Cech, Gebreselassie, Kadlec, Sivok, Limbersky; Jiranek, Hubschman, Plasil; Rosicky, Pilar; Baros.

PORTOGALLO (4-3-3): Rui Patricio; Pereira, Pepe, Alves, Coentrao; Moutinho, Veloso, Meireles; Ronaldo, Postiga, Nani.

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