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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2012 alle ore 23:10.

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Il 3-1 di KloseIl 3-1 di Klose

Il sogno di riscatto greco al cospetto della Germania è andato in frantumi, secondo pronostico. Nessuna rivincita davanti ad Angela Merkel che il popolo ellenico avrebbe voluto veder tornare a casa, per una volta, con le pive nel sacco. Partita che resta in bilico per un po', almeno fino a che i tedeschi non aggiustano la mira, dopo un primo tempo di sprechi sotto porta incredibili e reiterati. Poi però, a regime, non ce n'è più per nessuno.

Duplice chiave di lettura per le scelte di Joaquim Loew che lascia in panchina uomini di peso come Mario Gomez, Podolski, Muller. Una prova di forza, probabilmente, un turnover in vista di gare più impegnative (la prossima contro la vincente tra Inghilterra e Italia), anche se qualcuno ha voluto interpretare la sua scelta di freschezza come una sorta di timore nei confronti della determinazione e dell'imprevedibilità greca. Inutile dire che tendenzialmente propendiamo per la prima ipotesi.

A Danzica i tedeschi si impongono per 4-2 e volano in semifinale. E se il risultato può dare l'impressione di una squadra vulnerabile, la sensazione è che resti comunque la squadra da battere, anche senza i suoi attaccanti più rappresentativi. Il ct tedesco sceglie un inedito fronte d'attacco con Klose davanti supportato da Schurrle, Ozil e Reus. Due tempi completamente diversi. Nel primo la Germania costruisce una quantità infinita di palle gol, almeno quattro nettissime e altrettante che avrebbero potuto dare frutti diversi.

Si comincia dopo pochi minuti con un gol giustamente annullato a Klose per fuorigioco poi Khedira ci prova da fuori area. Anche la Grecia si affaccia in avanti, più timida, con una conclusione di Makos poco convinta e con l'intervento di routine di Neuer su Ninis. Il resto è Germania: nell'ordine si mettono le mani nei capelli Reus, in ben due occasioni perfetto negli inserimenti e un po' meno perfetto nell'ultimo tocco, e poi Ozil, che da pochi passi non calibra il sinistro. La Grecia stringe la morsa dei difensori ma rischia grosso nelle mischie in area dove il portiere Sifakis pasticcia spesso e volentieri ma viene salvato quasi sempre in affanno dal reparto arretrato.

Ma non fosse altro che per la legge dei grandi numeri arriva il momento della capitolazione greca. La Germania sfrutta il lavoro sulle fasce, allarga il gioco il più possibile per aprire le maglie della difesa ellenica ed è proprio su un'azione dalla sinistra che Lahm fa partire un destro imprendibile da una ventina di metri che porta in vantaggio i tedeschi. Ci sarebbe anche l'occasione per raddoppiare e mettere una pietra sopra al match prima ancora dell'intervallo ma la conclusione di Schurrle finisce nella scatola dei rimpianti come gli attacchi precedenti.

La Grecia non molla e torna in campo armata dello stesso sacro furore che ha accompagnato la vigilia di una partita carica di mille significati extra sportivi. La retroguardia di Loew si fa sorprendere su un'azione di contropiede al 10' : Salpingidis va via sulla fascia e mette al centro un pallone perfetto di Samaras che scivola in rete con la palla. È questa la molla che fa drizzare le antenne alla Germania che riparte più concentrata e dopo pochi minuti riprende quota grazie all'inserimento di Khedira sul cross di Boateng. Altro destro al volo e festa finita. Santos richiama dalla panchina Gekas, inaspettatamente escluso in partenza, ma l'attaccante non incide sul grado di pericolosità della squadra che comincia a dare segni di stanchezza e viene punita al primo errore da Klose che alla mezz'ora ha la meglio sul distratto Sifakis . Il portiere greco non è in serata e con una maldestra respinta consegna centralmente a Reus il pallone del 4-1. C'è tempo solo per accorciare ulteriormente le distanze, all'88' grazie a un netto fallo di mano di Boateng in area. Dal dischetto Salpingidis non sbaglia ma il clima tra i greci è ormai quello della rassegnazione. Nessun assalto finale alla porta di Neuer. La Grecia, anche sul campo, si piega allo strapotere dei panzer.

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