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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2012 alle ore 15:49.
Continuare a paragonare il calcio e la vita di un popolo in ginocchio sta diventando stucchevole e irrispettoso, e pensare che 90' possano inebriare un Paese al punto da annullarne il senso critico significa sottovalutarne l'intelligenza. Grecia-Germania, il secondo quarto di finale in programma questa sera, evoca in effetti ben altri titoli di telegiornali lontani dalla pagina sportiva ma stasera, purtroppo o per fortuna, l'esito della sfida non cambierà certo i destini economici o sociali di un Paese. Semmai, se tutto filasse per il verso giusto, i greci riceverebbero in regalo uno strumento satirico in più per esorcizzare la "tirannica" Germania. Niente più, un piccolo dispetto.
Perché ciò avvenga, però, serve un mezzo miracolo. I tedeschi si presentano ai quarti come l'unica squadra a punteggio pieno. L'unica apparentemente senza un tallone d'Achille, un perfetto mix di giovani ed elementi d'esperienza, coriacea come una decina d'anni fa ma ingentilita e raffinata sul piano stilistico e tecnico dai naturalizzati. Personalità da vendere e riserve che giocherebbero titolari in qualsiasi altra nazionale e una stella, Muller, ancora dormiente ma potenzialmente pronta a scatenare anche la sua forza propulsiva da sommare a quella di Mario Gomez (3 gol fin qui). Con un solo handicap, il peso del pronostico smaccatamente dalla sua parte. La squadra di Santos è altrettanto solida, ben piantata sulla fisicità dei suoi, certo imparagonabile sul piano della qualità tecnica. Eppure anche quest'anno è riuscita a far rivivere per un attimo i fasti del 2004 e a sorprendere con un colpo di coda ribaltando il suo destino nella gara decisiva del girone contro una Russia che, da pronostico, avrebbe dovuto stritolarla.
Il ct tedesco Loew ha una caratteristica che ci piace tanto. Non si nasconde mai. Fior di colleghi, partendo coi favori del pronostico, avrebbero dichiarato di temere le insidie di una Grecia che…bla bla bla bla, elogiando caratteristiche inesistenti per mettere le mani avanti in caso di eventuali black out. Lui, a costo di risultare arrogante, ha parlato di una Grecia spaventata che si chiuderà a riccio e l'unico problema di cui la Germania dovrà preoccuparsi sarà quello di scardinare il fortino. Certo, l'ideale a questo punto sarebbe proprio l'atteso risveglio di Thomas Muller, l'unico che manca all'appello e che insieme ad un già destissimo Podolski avrà proprio il compito di aggirare la difesa lateralmente. Centralmente invece Mario Gomez dà tutte le garanzie del caso. Da stasera il portiere Neuer avrà un motivo in più di inquietudine. Non è tanto l'idea di ritrovarsi di fronte gli attaccanti greci a preoccuperlo, quanto la possibilità di terminare una partita ai calci di rigore. Scotta ancora il finale di stagione che ha visto il Chelsea soffiare la Champions al Bayern proprio dal dischetto. A difendere la sua porta ci sarà la linea difensiva formata da Boateng, Hummels, Badstuber e Lahm.
Il ct greco, ovviamente cambierà solo lo stretto indispensabile: il capitano, Karagounis, non sarà della partita perché squalificato, gli altri saranno gli stessi che hanno compiuto l'impresa contro la Russia con Papadopoulos e Papasthatopoulos coppia centrale difensiva con Torosidis e Tzavellas sugli esterni nel 4-3-2-1 con Katsouranis in cabina di regia affiancato da Maniatis e Makos e Gekas unica punto con due uomini a supporto: Samaras e Salpingidis .
In tribuna ci sarà Angela Merkel, e migliaia di greci cercheranno la stessa smorfia ritratta sul suo volto la sera della finale di Champions League, dopo il rigore decisivo di Drogba che ha consegnato la coppa con le orecchie agli inglesi.
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