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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2012 alle ore 10:26.

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Prima il buio, poi il trionfo. In sessanta secondi. Rimessa in gioco da centrocampo, undici passaggi undici, quindi il tiro, il gol, l'estasi, la leggenda. Italia-Germania 4-3, la partita del secolo, quella che ha lasciato senza fiato una nazione intera, quella di Martellini che in diretta tv accompagnava gli sguardi increduli eppure speranzosi degli italiani che sognavano la finale del mondiale 1970 in terra messicana. Quella di Gianni Rivera, autore del gol decisivo al 6° minuto del secondo tempo supplementare, entrato ancora una volta a partita in corso per prendere il posto del suo alter-ego Mazzola. La storia del pallone di casa nostra passa anche da qui.

A più di 40 anni di distanza dalla partita che cambiò il modo di intendere il calcio di almeno un paio di generazioni, Rivera interviene nel dibattito che precede la sfida con la Germania per dire la sua sulla gara che ci aspetta. L'Abatino di Alessandria, come lo battezzò Gianni Brera, non andrà a Varsavia. Ha scelto di seguire l'incontro in diretta tv. "Sono romano", dice. Meglio il salotto di casa che la confusione di uno stadio. Tempo un anno e Rivera compie 70 anni, di stadi ne ha visti così tanti in carriera che uno in più non sposta nulla.

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Dovesse scommettere un caffè su Italia-Germania, su chi punterebbe? La squadra di Loew potrà contare su 2 giorni in più di riposo, sarà un vantaggio determinante?
Il cuore ti porta a scommettere anche sulla squadra che potrebbe perdere. In ogni caso, spero ovviamente che vinca l'Italia e punterei senza dubbio sugli azzurri. C'è anche la tradizione degli scontri diretti che ci dice bene. E poi, l'Italia ha dimostrato un crescendo, può competere con una squadra che ha già dimostrato di essere molto forte. Rispetto ai 2 giorni in più di riposo, sì, è vero, potrebbe essere un vantaggio importante per i tedeschi. Dopo una stagione lunga come la nostra e un impegno forte nelle eliminatorie, 2 giorni in più di stop non sono poca cosa. Noi siamo arrivati anche ai rigori contro l'Inghilterra, abbiamo speso tanto sia sul piano fisico sia sul piano nervoso. Comunque, il tempo per recuperare lo abbiamo avuto lo stesso.

Regolamento da rivedere?
E' la televisione che ha pretese in questo senso. Chi vuole i soldi della tv, deve adeguarsi, non c'è scampo.

Pregi e difetti della Germania. Cosa la convince e cosa invece non la convince del gioco espresso dalla selezione tedesca nelle prime 4 gare?
Non ho visto tutte le loro partite. Però si vede che è una squadra giovane e molto bene organizzata, vivace, con una buona tecnica e una grande forza fisica. Sarà senza dubbio un avversario difficile, non c'è dubbio.

Cosa ne pensa dell'Italia? Le è piaciuto quanto ha fatto vedere fino a oggi la squadra di Prandelli?
E' andata in progressione, è migliorata strada facendo. E' stata convincente, anche se gli manca ancora il gol. Sì, c'è qualche problema nel mettere la palla in rete. E se le cose non si sbloccano, potrebbero essere guai seri. Puoi giocare bene finché vuoi, ma se non fai gol, c'è poco da fare.

Problema di uomini o di sistema di gioco? Insomma, confermerebbe dal primo minuto la coppia Cassano-Balotelli?
Indovina grillo, dicevano i miei nonni. Difficile indovinare la scelta migliore, come si fa a saperlo? Può essere anche l'uno e l'altro assieme. Che manchi l'uomo dell'ultimo passaggio e che la colpa sia pure di un po' di imprecisione sotto porta. In questo momento, sul piano potenziale, Cassano e Balotelli sono i migliori giocatori a disposizione di Prandelli per l'attacco. Sì, ci potrebbe essere anche Di Natale, da mettere sullo stesso piano. Però bisogna fare una scelta, in ogni caso.

La stampa tedesca ha definito la squadra di Prandelli "Angstgegner", l'avversario che fa paura. Ma allora è vero, hanno timore di noi?
Indubbiamente. La storia ci ha detto spesso ragione. E questo non è da poco. Quando abbiamo vinto in Messico, abbiamo battuto una Germania di altissimo livello. E se è successo una volta, può succedere anche la seconda. Certo che ci devono temere. Come deve fare chiunque. Bisogna sempre temere l'avversario, non si può pensare di avere vita facile con nessuno.

Buffon, Pirlo, De Rossi, Cassano e Balotelli. Chi è il vero valore aggiunto della nostra squadra?
Ogni giocatore è importante nel proprio ruolo. C'è chi riesce a dare qualcosa in più degli altri, chi invece qualcosa in meno. Ma poi, alla fine, tutti devono riuscire a fare squadra.

De Rossi in difesa, tentativo da non ripetere?
Io ho capito poco l'esperimento di Prandelli. Probabilmente, c'era la necessità momentanea di risolvere al meglio il problema di Barzagli. Indubbiamente, De Rossi ha un maggior peso in mezzo al campo. Perché, se si toglie Pirlo, di fantasia a centrocampo ce n'è poca. E De Rossi ha sia la fantasia, sia la forza fisica. Per questo, diventa un giocatore più importante in mezzo al campo che in difesa.

A proposito di Pirlo. Crede sia da Pallone d'oro?
Potenzialmente, non gli manca niente. Il problema è che per vincere il Pallone d'oro devi giocare in una squadra che vinca la Coppa dei Campioni. Se non vinci quella, i giudici non ti vedono. Non basta dimostrare di essere giocatori di alto livello. Bisogna fare più che bene con la propria squadra di club e in nazionale. Insomma, occorre far vedere di essere competitivi tutto l'anno. Il pallone d'oro è un premio annuale, non è limitato agli ultimi 15 giorni.

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