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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2012 alle ore 07:39.

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Cristiano Ronaldo (Afp)Cristiano Ronaldo (Afp)

Sente la responsabilità ma non la pressione: parola di un uomo contro tutti, Cristiano Ronaldo. Il rischio eliminazione del Portogallo nel girone di ferro lo ha risvegliato e adesso il campione del Real Madrid non si ferma più. Dopo l'avvio opaco contro Germania e Danimarca è cresciuto esponenzialmente nelle ultime due partite e di fronte allo stimolo del derby iberico c'è da aspettarsi il picco più alto del suo Europeo.

In gioco c'è la finale ma ci sono anche una classifica cannonieri e un Pallone d'oro che ballano. Con la sua dote di 68 gol stagionali, CR7 è davvero l'uomo che da solo può far saltare il banco. La Spagna lo sa e lo teme. Ma soprattutto lo conosce bene. Le stelle delle furie rosse ci convivono tutto l'anno con questo fenomeno. Il blocco Real ci ha vinto uno scudetto, il blocco Barcellona quest'anno si è dovuto inchinare davanti alle sue prodezze. Con il ritorno al gol contro Olanda e Croazia ha rinfrescato le idee a chi lo ha messo in discussione e l'intera squadra ha cominciato a seguirlo migliorando la prestazione collettiva. La Spagna resta sulla carta la favorita per la semifinale di questa sera ma tutto dipenderà da quale Cristiano Ronaldo scenderà in campo.

L'amorfo delle prime due gare o il leone delle ultime due? Ma intorno a lui, dicevamo, c'è anche una squadra che vanta una delle coppie di difensori più forti del mondo: Bruno Alves e Pepe, che avranno il loro bel da fare ed arginare non solo el nino Torres ma anche gli inserimenti di specialisti come Silva Iniesta, Fabregas e Xavi Alonso. E se Del Bosque sostiene di avere un antidoto per fermare il portoghese ("marcatura costante affidata a più uomini"), sarà curioso capire come il suo dirimpettaio Bento conti di limitare l'impressionante possesso palla che è il fiore all'occhiello degli spagnoli e che contro la Francia è stato addirittura umiliante. Il ct portoghese non sembra intenzionato a rivoluzionare la squadra, non è sua abitudine anche l'infortunio di Helder Postiga lo costringerà a schierare Hugo Almeida dal primo minuto.

Da ricordare che il Portogallo dalla sua avrà lo stesso vantaggio di cui godrà la Germania sull'Italia: due giorni in più di riposo nelle gambe. Un dettaglio da non sottovalutare anche se nel caso degli azzurri c'è l'aggravante dei tempi supplementari disputati contro gli inglesi. E poi c'è la storia recente a rendere ancora più interessante questa battaglia tra vicini di casa. L'ultima squadra ad aver battuto la Spagna, prima dell'escalation che l'ha portata ad aggiudicarsi il titolo Europeo e quello Mondiale , è stato proprio il Portogallo nel 2004, salvo poi piegarsi all'exploit della Grecia. Vigilia all'insegna del grande fair play e di dichiarazioni di reciproca stima ma un po' di pepe ce lo ha messo la stampa lusitana schierandosi in aperta polemica con le designazioni arbitrali. Dirigerà la gara il turco Cuneyt Cakir (lo stesso fischietto di Italia-Irlanda)che, in uno stucchevole trionfo di dietrologia, viene additato come filo Barcellona e filo Unicef, sponsor dei catalani.

Queste le probabili formazioni:
Portogallo (4-3-3): Rui Patricio, Pereira, Pepe, Alves, Coentrao; Moutinho, Veloso, Meireles; Ronaldo, Almeida, Nani.
Spagna (4-3-3): Casillas, Arbeloa, Ramos, Piquè, J.Alba, Busquets, Xabi Alonso, Xavi, Silva, Torres, Iniesta.

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