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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2012 alle ore 09:35.
Ci sono sempre loro sul nostro cammino quando il gioco si fa duro. Fanno sempre un po' paura con quelle facce che non sorridono mai, quella lingua dura che mette soggezione e quei nomi…quei nomi che solo a sentirli ti fai piccolo piccolo. Vuoi mettere, un severo signor Badstuber con un pacioso signor Bonucci o un signor Schweinsteiger, che potrebbe essere il soprannome di un campione di wrestling, con un signor Pirlo sul cui nome gli stessi italiani hanno fatto ironia di bassa lega prima di scoprirci dietro un campione di fronte al quale c'è da togliersi il cappello?
Eppure, senza andare a scomodare la ‘partita del secolo' del 1970 o la finale del 1982, ci basta tornare indietro di sei anni per risentire sulla pelle i brividi della magica notte di Dortmund. E chissà se ieri sera, prima di prendere sonno, i reduci del Mondiale del 2006 (Barzagli, Buffon, Pirlo e De Rossi) avranno rievocato con le nuove leve quell'impresa, che resta impressa quanto se non più della finale vinta con la Francia. E allora dimentichiamo i cognomi arcigni dei nostri avversari e aggrappiamoci alle analogie. Stesse premesse, con un calcio italiano allo sbando che si presenta ferito nell'anima, prima da Calciopoli e oggi da Scommessopoli. Stesso percorso: la semifinale. Stesso pronostico sfavorevole che ci teniamo stretto, perché avremo anche dei nomi poco altisonanti ma non toccateci sull'orgoglio perché lì, come noi nessuno mai.
E chi se ne importa anche dei due giorni di riposo in più. Proviamo a girare la frittata con la storia del calo di adrenalina e il gioco è fatto. E infine aggiungiamoci il fatto che siamo usciti a brandelli dall'estenuante partita con l'Inghilterra e che gli incerottati si sono già rimessi sulle gambe come novelli ‘Lazzaro' pronti a scendere in battaglia, che tanto poi ci sarà tempo per ricaricarsi sulle spiagge di Formentera o della Costa Smeralda. Adesso ci vuole stoicismo. Ed ecco quindi che la sensazione, a poche ora dall'affascinante sfida con la Germania, è che Prandelli riesca a recuperare l'intero gruppo: dalla guarigione lampo di Chiellini alla ripresa record di De Rossi e soprattutto di Abate, che sarebbe ancora più importante vista la concomitante squalifica di Maggio. Che poi decida di risparmiare qualcuno per precauzione è un altro paio di maniche. Come al solito della formazione si sa poco e niente se non che l'intenzione ferma è quella di mantenere il modulo con la difesa a quattro.
Nel 4-3-1-2 azzurro è pronto Nocerino per affiancare Pirlo e Marchisio a centrocampo nel caso ‘capitan futuro' dovesse alzare bandiera bianca. Dietro alle punte potrebbe spuntare Diamanti dall'inizio al posto di Montolivo, ma anche questa è un'ipotesi fumosa più che altro caldeggiata dalla stampa. Gli ultimi test hanno aumentato invece le perplessità sulla tenuta atletica di Cassano. Il barese ha già fatto più di quanto gli si potesse chiedere in virtù della sua recente convalescenza per i noti problemi cardiaci che avevano messo in discussione addirittura la sua carriera. E adesso è arrivato forse il momento di risparmiarlo visto che le alternative valide non mancano e considerato che uno come lui, in un'eventuale finale, sarebbe meglio averlo al meglio del suo fulgore. Difesa speculare per Loew, con Boateng e Lahm sulle corsie laterali e Hummels e Batstuber centrali. Nel 4-2-3-1 tedesco le chiavi del centrocampo saranno affidate a Schweinsteiger e all'ottimo Khedira con Ozil pronto ad abbassarsi all'occorrenza per tornare poi ad affiancare Reus e Podolski che agiranno dietro a Gomez o Klose (più probabile la seconda).
Detto questo, ce la giochiamo a testa alta, e non sarà certo qualche suono gutturale a farci perdere il sonno. Prandelli in effetti ha rivelato di aver schiacciato il suo pisolino quotidiano della vigilia senza turbamenti di sorta. In fondo lui, in squadra, ha uno col nome un po' così che però, ora che Cristiano Ronaldo ha tolto disturbo, potrebbe anche fare un pensierino al Pallone d'oro.
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