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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2012 alle ore 17:18.
"Do you want tickets?". Very good price!, 200 hundreds euro". La carnagione è scura. I capelli neri corvini, le sopracciglia folte. L'aspirante bagarino non è certo ucraino. Potrebbe somigliare a un ceceno. Potrebbe. Ma bastano poche parole altre parole nel suo non perfetto accento inglese a tradire la nazionalità. È Giancarlo, un ragazzo italiano, abruzzese. "Terzo anello – continua - , 200 euro è il prezzo di mercato. Neo comprati dieci sul sito della Uefa a 50 euro l'uno (come riporta anche il biglietto) e me ne sono rimasti cinque. Mi sono più che pagato tutto il viaggio. E non sono stato l'unico".
In tempi di crisi, l'italica arte del sapersi arrangiare si fa conoscere anche in Ucraina. Manca poco alla storica finale degli europei di calcio tra Spagna e Italia. Trovare i biglietti è molto facile. Basta scendere nelle strade del centro, o intorno allo stadio.
Il conto alla rovescia è quasi scaduto. La febbre del match sale.
Ma se se non fosse per le maglietta rosse dei tifosi spagnoli , e qualcuna tricolore, in verità molte di meno, non si direbbe neanche che siamo a poche ore dalla finale degli europei di calcio.
Atmosfera traquilla
A Kiev regna un'atmosfera tranquilla. E' una giornata soleggiata, il clima è mite. Nella centralissima piazza Indipendenza, e nelle vie circostanti, la folla è composta quasi tutta da ucraini. Sono loro per ora i protagonisti: giovani, famiglie con bambini al seguito, anche qualche curioso anziano. Si godono gli spettacoli e i concerti che fanno da cornice ai campionati., Gruppetti di spagnoli, tutti rigorosamente con la maglia delle furie rossa,la schiena avvolta dalla bandiera, cantano sotto gli occhi vigili ma rilassato di magliaia di poliziotti in tenuta antisommossa. . Nei bar c'è anche qualche tifoso con la maglia tedesca che consola con una grande birra. E' rimasto anche qualche tifoso svedese, con la sua maglia gialla, doversi polacchi, non pochi portoghesi. Tutti tranquilli.,
Anche l'ultima giornata dei campionati sembra confermare la serenità e l'efficiente organizzazioni in cui si sono svolti questi europei.
I gruppi più numerosi sono di tifosi stanno arrivando proprio in queste ore. Perché A Kiev gli hotel erano tutti esauriti. Gli ultimi arrivati alloggiano anche 60 km dalla capitale.
Calcio e diritti umani,
Il calcio ha vinto, su tutti i fronti. Anche su quello dei diritti umani.
Perché le dichiarazioni di alcuni leader europei, che avevano ventilato la possibilità di disertare le partite per protestare contro al detenzione dell'ex premier ucraina, Yulia Tymoshenko , sono rimaste solo parole. Ma la finale è la finale. La cancelliera tedesca Angela Merkel, per esempio, a fine aprile, poco dopo che erano circolate le immagine delle percosse ricevute in prigione dalla bionda Yulia, era stata particolarmente severa nei confronti del governo ucraino. Non sarebbe venuta a Kiev per anessun match, neanche se la Germania fosse andata in finale. Ma la vittoria sulla Grecia della Germania, e la speranza di arrivare in finale, avevano fatto cambiare avviso alla Merkel. Così aveva fatto sapere che a Kiev ci sarebbe andata. Italia permettendo. La sonora sconfitta inflitta dagli azzurri ai tedeschi ha tolto la cancelliera da una situazione imbarazzante.
Non che Italia e Spagna si siano fatti troppo scrupoli, I rispettivi primi ministri, Mariano Rajoy e , Mario Monti questa sera assisteranno alla partita accompagnati dalle loro delegazioni. Ma a caso imbarazzante se ne aggiunge un altro. Nella stessa tribuna vip, ci sarà anche il presiedente della Bielorussia. Aleksandr Lukascenko , l'ultimo vero dittatore dell'Europa, al potere da 18 anni.
Una sorta di presidente "quasi a vita", forse il più criticato dall'Unione europea.
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