Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2012 alle ore 18:16.
LE PROFESSIONI E LIBERALIZZAZIONI
Chiaramente quando parlo di mercato del lavoro faccio riferimento a una gamma vastissima di competenze e professionalità. Molte delle misure che abbiamo approvato e che incidono sulla flessibilità in entrata e in uscita sono rivolte soprattutto ai lavoratori dipendenti.
Per i liberi professionisti abbiamo pensato che la strada migliore fosse quella della concorrenzialità. Con la liberalizzazione delle professioni abbiamo aperto alla concorrenza settori che troppo spesso mantenevano ai margini i nostri giovani e, per metterli in condizione di entrare quanto prima nel mercato del lavoro, abbiamo ridotto a 18 mesi il periodo di tirocinio.
Come vedete, il merito e l'impegno mantengono sempre un ruolo centrale, perché in un mercato aperto alla concorrenza si premiano soprattutto l'impegno e la dedizione. Faccio uno sforzo di semplificazione e cito i provvedimenti più significativi:
Anzitutto, la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali e la definizione del principio generale di libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali. Diamo così la possibilità ai titolari di negozi di investire sulla creatività e sulla flessibilità, sperimentando formule che un mercato chiuso non avrebbe consentito.
C'è poi la soppressione delle limitazioni per l'esercizio di attività professionali e la riduzione del tirocinio, dove previsto, a 18 mesi. Come potrete facilmente intuire, le due misure sono strettamente legate tra loro. L'obiettivo è quello di dare nuova dignità ai giovani professionisti. Molti di loro oggi faticano ad affermarsi, nonostante abbiano alle spalle anni di studio e di formazione sul campo.
Volevamo ridurre il gap tra la formazione – che è fondamentale, ma non può essere un ostacolo al lavoro vero e proprio o, peggio, una scusa per procrastinare l'inizio del lavoro – e l'esercizio di una professione. Ecco perché per noi è essenziale che ci siano più liberi professionisti e che costoro lavorino in un sistema di concorrenza pulito, a beneficio di tutti: degli stessi professionisti ma anche dei consumatori.
Infine, vorrei ricordare gli incentivi alla creazione di impresa. Un autorevole quotidiano economico poche settimane fa faceva un confronto tra le condizioni per fare impresa nelle principali democrazie contemporanee. Purtroppo, l'Italia non occupava una posizione particolarmente meritoria in classifica. Una delle cause, a nostro avviso, è la difficoltà di iniziare un'attività commerciale.
L'abbattimento dei costi burocratici è un inizio importante. Vi basterà un euro di capitale per cominciare la vostra impresa. Grazie al programma di semplificazioni che il Ministro Patroni Griffi sta realizzando avrete minori difficoltà nel rapporto con le pubbliche amministrazioni. E, soprattutto, avrete gli strumenti per fronteggiare il fenomeno dei ritardi di pagamento delle pubbliche amministrazioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA