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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2012 alle ore 08:01.

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Silvio, ti rimembro ancor…Fenomenologia di BerlusconiSilvio, ti rimembro ancor…Fenomenologia di Berlusconi

Durante tutti gli anni ottanta del Novecento milioni di italiani si sono formati sui modelli televisivi di trasmissioni quali "Dallas", "Drive In", "Telemike", "Colpo Grosso", "Karaoke", "OK il prezzo è giusto" e tanti altri. Poi, la legge Mammì impose i tiggì e vennero Fede, Costanzo, i giornali, le produzioni cinematografiche, l'editoria.

Nel frattempo crollava il muro di Berlino e l'uomo che nei precedenti venti anni aveva costruito l'impero mediatico di cui sopra, decise di riempire quel vuoto politico che il tramonto di un'era aveva originato. Quest'uomo è $ilvio Berlusconi, «l'Unto dal Signore», l'Imperatore di (H)ar(d)core, il politico italiano che ha detenuto per più tempo la carica di capo del governo (3.340 giorni) nella storia repubblicana e il terzo in assoluto dalla nascita del moderno stato unitario (Primo Mussolini, secondo Giolitti).

Dal tubo catodico al tubo digerente
Ieri, tra il clamore generale, il presidente Berlusconi ha dichiarato di voler lasciare. Di non volersi ri-candidare. Al pari di un Veltroni qualsiasi (Walter, si scherza…) il cavaliere si farà da parte. E' una notizia ferale - oltre a essere una notizia serale (che costringe le redazioni a fare le ore piccole per coprirla, e qualcuno già insinua che B. si sia così vendicato dei giornalisti, categoria a lui storicamente ostile). $ilvio sta tramando qualcosa? Secondo i complottisti che dimorano nei social network, il Berlusca fa così perché punta dritto dritto verso il Colle più alto, che a breve verrà lasciato libero da Re Giorgio.

Impossibile che uno come lui esca di scena così, senza neanche un rituale tribale, senza catarsi sacrificali a Piazzale Loreto o liberatori lanci di monetine davanti al Raphael. Niente. Silvio scrive una semplice lettera che ha, come incipit un tragico «Per amore dell'Italia si possono fare pazzie e cose sagge…». Quando discese «in campo», il 26 gennaio 1994, aveva cominciato con un pletorico «L'Italia è il paese che amo…» inondando l'etere con un video cult (girato mettendo un collant fumè sull'obiettivo per attenuare le rughe e ottenere un effetto soap opera con cui conquistare il cuore di milioni di casalinghe) che avrebbe anticipato di un decennio il dilagare dei videoclip di mitomani su YouTube. "Italia" e "Amore" paiono gli hashtag preferiti da Silvio (manco fossimo a Sanremo), ma questa volta, la presenza di vocaboli quali "Pazzia" e "Saggezza" trasmette turbamento.

Cos'ha in mente, adesso, l'inventore del Bunga Bunga? Lui, che è stato accusato dai «Magistrati di Sinistra» di essere un «corruttore di minorenni», può, infine, mettersi da parte esclamando: «largo ai giovani!»? Gli italiani si aspettano di tutto. Hanno imparato ad amarlo e odiarlo perché Lui è proprio così. Come lo vedi. Sotto la corazza di lifting e cerone, c'è un uomo vivo, di carne e sangue. Un uomo capace di coniugare la goffaggine tipica del parvenu con la sicurezza auto-compiaciuta dell'oligarca. Verrà riabilitato, è sicuro. Intanto, però, va digerito.

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