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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2012 alle ore 08:42.
Seppure lentamente, il tasso di attuazione delle riforme Monti è in salita. A ottobre è quasi raddoppiato (17,4%) rispetto a quello di fine settembre (9,5%). Una performance da attribuire, in particolare, al lavoro fatto sulle normative più datate, come il decreto legge salva-Italia (passato dal 28,6 al 39% di attuazione), sul cresci-Italia (dall'11,5 al 23%) e sulle semplificazioni fiscali (dal 14,7 al 21,1%). E anche la legge sul lavoro, che un mese fa faceva registrare un poco encomiabile "zero" di provvedimenti adottati, ha fatto un piccolo salto, portandosi al 14,8 per cento.
Va detto che il vistoso scarto che ancora esiste tra provvedimenti di attuazione previsti e da adottare non deve far pensare a un venir meno delle riforme. Le sette manovre prese in considerazione, infatti, sono composte in larga parte da norme autoapplicative (ovvero che non hanno bisogno di alcun provvedimento di attuazione per essere tradotte in pratica). Una quota che secondo il governo arriva all'80%. Inoltre, va segnalato che tra i regolamenti latitanti, una parte significativa (il 58%) ha ancora tempo a disposizione prima di arrivare al traguardo, mentre per il restante 42% i termini fissati dal legislatore per l'adozione sono già scaduti. Allo stesso tempo, però, è anche vero che all'appello mancano atti che da tempo avrebbero dovuto veder la luce e senza i quali le novità previste dal Governo Monti rimangono al palo. E anche se c'è una quota di provvedimenti che, seppure a lenti passi, si è messa in moto, resta il dato di fondo di una macchina complessa che procede con fatica.
Questo perché in otto mesi si sono succedute sette grandi riforme – senza considerare le altre di quest'autunno all'esame del parlamento (dal decreto sviluppo-bis ai costi della politica) oppure appena approvate (decreto sanità) – con centinaia di articoli e commi che spesso intervengono sulle stesse materie, magari modificando la disposizione varata qualche mese prima. Il lavoro degli uffici legislativi, pertanto, non è semplice. In più, si deve aggiungere la frequente richiesta del legislatore di regolamenti concertati fra più ministeri, che rende ancora più faticoso il varo dei provvedimenti. In ultimo, bisogna considerare che su decreti e regolamenti attuativi c'è la cattiva tradizione degli uffici di prendersela comoda, con tempi che quasi mai vengono rispettati. Questo accade normalmente, figurarsi quando si tratta di star dietro a tante riforme tutte insieme, capaci di richiedere a oggi 482 provvedimenti di attuazione. Al riguardo va specificato che il numero di norme attuative è cresciuto rispetto ai 420 indicati a settembre perché la ricerca si è raffinata e sono stati presi in considerazione, oltre a decreti e regolamenti, anche atti di altra natura (come quelli di nomina, indirizzo ed emanazione direttoriale). Provvedimenti di rango minore, ma senza i quali le riforme non possono dirsi pienamente operative.
1 - Salva-Italia
2 - Cresci-Italia
3 - Semplificazioni
5 - Lavoro
6 - Spending review
7 - Sviluppo
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