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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2012 alle ore 20:30.
L'ultima modifica è del 08 novembre 2012 alle ore 17:16.

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Alfano a Berlusconi: prendiamo decisioni o diventiamo barzellettieri. O ti candidi o non inseguiamo gelataiAlfano a Berlusconi: prendiamo decisioni o diventiamo barzellettieri. O ti candidi o non inseguiamo gelatai

Il Delfino attacca il Re. È un vero e proprio "uno-due" quello che Alfano ha inferto a Silvio Berlusconi, nel corso dell'ufficio di presidenza del Pdl, che si è tenuto a Palazzo Grazioli a Roma per sciogliere il nodo delle regole per le prossime primarie del partito. «Io raccolgo la sfida delle primarie - ha detto il segretario. Altrimenti, qual è l'alternativa? Forse inseguire qualche gelataio o ex presidente di Confindustria che nei sondaggi va peggio di noi? (Alfano avrebbe fatto riferimento alle possibili candidature di Guido Martinetti, cofondatore della catena di gelaterie Grom, e di Montezemolo)». E ancora: «Io sono per andare avanti. O si prende una decisione qualunque essa sia o saremo dei barzellettieri e io non ci sto».

Berlusconi: mai pensato a una mia lista
Alla fine dell'incontro, seduto accanto ad Alfano in conferenza stampa, Silvio Berlusconi ha "concesso" il sì ufficiale alle primarie, ma l'ex premier fino all'ultimo non ha fatto nulla per nascondere il suo assoluto scetticismo per una soluzione, in fondo, mai condivisa. «Mai pensato a una mia lista», ha chiarito il Cavaliere. «Con Alfano c'è una totale condivisione delle posizioni. Ci vogliono mettere in dissenso ma non è mai successo. Gli voglio bene come un figlio».

Sì alle primarie modello Usa, ma la tensione nel Pdl resta
Per il Cavaliere il leader si sarebbe dovuto individuare mediante una consultazione degli iscritti al Pdl tramite call center, cosìo da chiudere in «10-15 giorni». la linea che alla fine è prevalsa è quella del modello americano con assemblee in ogni regione e alla fine una grande convention.

L'ex premier su Monti: politica economica che fa male al Paese
Berlusconi ha spiegato, ancora una volta, che nella campagna elettorale non attaccherà Monti. Semmai, ha poi aggiunto, le accuse vanno rivolte a una politica economica «che fa male al Paese». Una serie di scelte «recessive», ha sottolineato il Cavaliere, che creano «ansia e preoccupazione» e che hanno delle ricadute in termini di consensi sul Pdl: «La gente dà la colpa anche a noi che sosteniamo il governo per questa situazione difficile - ha concluso - perchè facciamo parte di questa specie di alleanza indiretta».

Il Cavaliere nell'ufficio di presidenza: serve uno choc
Cambiare nome al Popolo della Libertà? Per Silvio Berlusconi, leader del centrodestra, «non basta cambiare nome», sostituendo l'etichetta al partito: serve «uno choc», insomma - ha sottolineato nel corso dell'ufficio di presidenza - occorre «cambiare tutto». Il Cavaliere ha aggiunto: «Mentirei se dicessi che considero le primarie salvifiche. Abbiamo bisogno di volti nuovi e protagonisti nuovi».

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