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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2012 alle ore 21:16.

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FIRENZE - «Il quadro dei sondaggi è un quadro in cui siamo lì: se vota un numero di persone molto significativo, la partita è aperta; se votano in pochi, è più difficile vincere». Nel secondo giorno della kermesse fiorentina della stazione Leopolda, Matteo Renzi non nasconde le difficoltà dell'ultima settimana di campagna prima del voto di domenica 25 novembre. E durante l'incontro con i volontari dei comitati che appoggiano la sua candidatura alle primarie usa toni più sinceri del solito.

Superare il gap che lo separa da Bersani (dieci punti secondo i bersaniani, non più di cinque secondo i renziani) non sarà facile. La chiave è l'affluenza ai seggi. Per questo il sindaco di Firenze lancia con i suoi l'operazione "Give me five" e chiede che «ciascuno dei 120mila volontari web porti a votare alle primarie almeno cinque persone, chiamate anche la zia Concetta, se poi non mi vuole votare pazienza».

I punti deboli di Renzi sono il Sud e gli anziani, spaventati dalla "rottamazione": «I sondaggi ci danno nettamente sotto sugli anziani - dice -. In settimana farò un paio di cose choc. Forse ho sbagliato io, perché la rottamazione non è un fatto anagrafico». Ad ogni modo Renzi vuole lanciare un messaggio di rassicurazione ai suoi, comunque vada a finire: «Dico a quelli che hanno esperienza di partito: lo sapete, in questi giorni arriverà di tutto, frasine, minaccine. State sereni e non preoccupatevi, è la settimana più difficile ma anche la più bella». E ancora: «Se toccano anche solo uno di noi in periferia toccano ciascuno di noi, è bene che quelli del partito lo sappiano: lo dico all'ala democristian-comunista del partito».

Una chiara rassicurazione a quei sostenitori che, ha raccontato lui stesso, gli hanno confidato di avere paura di essere "asfaltati" in caso di sconfitta: «Se perdiamo non chiedo premi di consolazione, anche se li offrono non li prendo. Non lo considerate segno di debolezza, ma di forza».

Con percentuali attorno al 30%, anche in caso di (probabile) sconfitta Renzi avrà insomma tutta la forza per proteggere i suoi. Che a differenza di quanto si possa credere provengono per la maggior parte dal Pd: lo stesso Renzi, durante l'incontro con i volontari, ha chiesto a chi veniva da esperienze di partito di alzare la mano e su più di un migliaio di militanti in sala ha risposto positivamente circa il 60 per cento.

Intanto Pier Luigi Bersani, dal suo giro nelle Marche, loda la vicenda primarie che «rappresenta una molla enorme per i meccanismi di partecipazione che sta facendo bene a tutto il centro-sinistra, va alla grandissima». E si gode l'ultimo sondaggio Swg che lo dà a 15 punti di vantaggio nonché il sostegno alla sua candidatura di un gruppo di 30 "liberal" tra cui Franco Battiato e il presidente del Cnr Luigi Nicolais.

A buttare un sassolino nell'igranaggio della macchina bersaniana ci pensa tuttavia Antonio Di Pietro, che proprio da Firenze annuncia la partecipazione del suo partito alle primarie come «componente del centrosinistra» e invita i suoi militanti ad andare a votare in massa per Bersani o per Nichi Vendola in quanto anti-montiani. «Per quanto mi riguarda mi auguro che possa vincere una proposta di alternativa alle politiche del governo Monti e in quest'ottica prendiamo atto con soddisfazione che questa proposta è contenuta nel programma di Vendola e anche in quello di Bersani».

Il «bacio della morte» per il centrista e montiano della prima ora Marco Follini, che alle primarie appoggia Bersani. «Ognuno voti chi vuole - rassicura poco dopo il segretario - ma non ci sarà nessun ritorno alla foto di Vasto». «Positivo che Di Pietro non mi appoggi», chiosa invece con una punta di malizia Renzi.

Domani si chiude qui alla Leopolda, e inizia la vera campagna in vista del 25. Ma alla fine chiunque vinca, come ha sottolineato il politologo Roberto D'Alimonte in un bell'intervento davanti alla platea della Leopolda, «avrà bisogno dell'altro». Il giorno dopo lo smantellamento dei seggi la sfida più grande per il Pd sarà quella dell'unità.

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