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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2012 alle ore 22:11.

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«La minaccia di far cadere le giunte di Veneto e Piemonte? Una barzelletta. Possibile sostegno della Lega a Monti. Idem. Ma chi è questo B?». Così su Facebook e Twitter, il segretario della Lega, Roberto Maroni ha liquidato in serata i contenuti delle dichiarazioni dell'ex premier Silvio Berlusconi rilasciate alla presentazione del libro di Vespa. Se la Lega non dovesse allearsi con il Pdl alle prossime elezioni politiche e lombarde, ha detto il Cavaliere accennando alla proposta di ticket Maroni-Gelmini per la successione a Formigoni, «immediatamente cadrebbero i governi della Lega del Piemonte e del Veneto».

«Con la Lega stiamo trattanto sul riconoscimento a Maroni della candidatura a presidente della Lombardia. Se la Lega nel caso non arrivasse con noi a un accordo circa la candidatura mia a premier o noi a un accordo con la Lega per la candidatura di Maroni in Lombardia, e la Lega decidesse di andare da sola, succederebbe che immediatamente cadrebbero i governi della Lega del Piemonte e del Veneto», ha spiegato Berlusconi. Tuttavia «l'accordo con Lega è in discussione, in questo momento né noi né la Lega può dire quale sarà l'esito».

Di avviso diverso rispetto a Maroni l'ex leader della Lega, Umberto Bossi: Sulle regioni del Nord da Berlusconi «non è arrivata nessuna minaccia. Berlusconi è una persona per bene». Alla domanda se ci sarà un'alleanza tra Pdl e Lega il senatùr però ha risposto: «Non so se ci sono le condizioni. Se ne occupa Maroni».

Intanto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale sia Maroni che il presidente del gruppo parlamentare alla Camera Gianpaolo Dozzo.

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