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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2013 alle ore 16:00.
L'ultima modifica è del 22 gennaio 2013 alle ore 09:58.

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Cosentino, il grande escluso dal Pdl nella corsa per le politiche di febbraio, mette i puntini sulle "i" e si leva qualche sassolino dalla scarpa. Toni duri che si alternano ad aperture. Una strategia da politico navigato.

Cominciamo dalle staffilate: nega di essere venuto alle mani con Alfano («non ho niente contro la categoria dei perdenti di successo», aggiunge). Ironizza («tutte queste foto per il capo degli impresentabili?»). Mette nel mirino una certa stampa, «che non ha più rispetto delle persone. Fa tutto brodo per andare alla ricerca dei retroscena». E poi, in rapida successione: «È stato montato nel corso del tempo un caso Cosentino». «Non sono mai scappato da niente e da nessuno: le liste sono state regolarmente consegnate».«Non ho fatto un passo indietro. Avrei potuto scegliere altri partiti che mi offrivano la candidatura, ma non vendo la dignità per l'immunità». «Perchè dovrei andare in carcere, ora che sono un cittadino comune? Se vado in carcere è perchè siamo un Paese incivile».

Chiusa la fase dello sfogo, è la volta di interventi più soft, all'insegna del "politically correct". I toni si fanno molto meno tesi e concilianti: «Sono qua a ringraziare il mio partito». «Se questa mia vicenda può servire a prendere qualche voto in più, per me va bene». Ancora: il presidente Berlusconi «è una persona assolutamente straordinaria alla quale mi lega un vincolo di rapporto di stima e di amicizia».

Insomma Nick o'mericano - come chiamano a Napoli Nicola Cosentino, fino a ieri uomo di punta del Pdl in Campania - si presenta in una stanza dell'hotel Excelsior, sul lungomare di Napoli, nella conferenza stampa che ha convocato il giorno dopo la sua esclusione dalle liste (e in un primo momento slittata a causa dell'impressionante ressa di fotografi e cameramen). Giusto qualche minuto prima il Cavaliere ha rilasciato a Studio Aperto dichiarazioni dal tono conciliante: Cosentino? «Amici esclusi per colpa dei magistrati politicizzati. Non temo contraccolpi nei vari livelli locali». La tensione nel partito resta comunque alta. «Non rinnego Silvio, ma il partito è diventato una giungla», ha affermato l'ex ministro Claudio Scajola (anche lui non candidato alle prossime elezioni).

Confusione e flash impazziti: la conferenza di Cosentino slitta
Considerata la situazione di grande caos, tra flash impazziti, grida dei cameramen e inutili tentativi dell'organizzazione di riportare l'ordine nella stanza, è stato deciso di far slittare l'incontro - previsto inizialmente per l'ora di pranzo - nel primo pomeriggio. La decisione è stata presa proprio mentre Silvio Berlusconi interveniva in tv a Studio Aperto (forse Cosentino ha voluto prima ascoltare l'intervento del Cavaliere?).

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