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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2013 alle ore 11:37.

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Ieri il nuovo ad di Saipem, Umberto Vergine, arrivato ai vertici della compagnia nel pieno della bufera provocata dall'inchiesta sulle presunte tangenti in Algeria, l'aveva detto. «Il 2013 sarà un anno difficile».

Gli effetti della revisione targata Vergine
A giudicare stamane dalla reazione di Piazza Affari, dopo il profit warning con cui ieri il gruppo ha più che dimezzato le attese sui profitti di alcuni dei settori clou del suo business, l'anno appena iniziato rischia però di essere molto complicato per la società controllata al 42,9% da Eni. Che, non a caso, ha già lasciato stamattina in Borsa quasi il 6%. Segno di un notevole nervosismo tra gli investitori preoccupati degli effetti della pesante revisione operata ieri da Vergine e dai suoi uomini.

L'inchiesta milanese sui contratti algerini
In ballo, però, c'è anche una inchiesta della magistratura milanese che sta passando al setaccio i contratti stipulati da Saipem in Algeria con la Sonatrach per la costruzione del gasdotto Gk3. Un filone d'indagine che ha già provocato, a dicembre, un mezzo terremoto dentro l'azienda con le dimissioni dell'ex numero uno, Pietro Franco Tali, raggiunto ieri da un avviso di garanzia per la vicenda algerina. Che però, va ricordato, ha avuto risvolti anche in Eni con il passo indietro dell'ex cfo, Alessandro Bernini, un trascorso in Saipem, di cui è stato direttore finanziario fino al 2008. Una scelta sollecitata dai vertici di Eni che, sin dall'inizio, hanno voluto eliminare qualsiasi macchia in grado di creare danno alla società.

Il campanello d'allarme per Eni
L'inchiesta, però, non è ancora conclusa e nessuno è in grado di predire se ci saranno altri sviluppi che coinvolgeranno Saipem e il gruppo di San Donato Milanese. L'avviso di garanzia arrivato a Tali ha quindi i riacceso i riflettori attorno alla società e il pesante taglio operato dai vertici ha fatto il resto provocando il tonfo in Borsa, con la pesante discesa anche di Eni. Che stamattina ha già visto passare di mano 23 milioni di titoli contro una media di 8 milioni negli ultimi giorni. Un piccolo campanello d'allarme per il Cane a sei zampe.

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