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Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2013 alle ore 14:26.

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Alberto MicalizziAlberto Micalizzi

La storia del fondo caymano e dei 500 milioni di dollari svaniti
Quel fondo hedge domiciliato alle Cayman sembrava irresistibile. Con quella performance del 35% dall'avvio – nella primavera del 2005 – fino al dicembre 2008. Tenere botta alla crisi delle Borse e del credito non era da tutti, ma non evidentemente per Alberto Micalizzi ex bocconiano e gestore del Dynamic Decisions Growth Premium. Che non solo aveva chiuso un anno orribile come il 2008 con un rendimento dell'8%, ma aveva nettamente battuto l'indice di categoria, il Tremont Equity Market Neutral tracollato del 40%.

Poi in soli due mesi il flop. Colossale. Con il fondo messo in liquidazione a inizio del 2009 in fretta e furia. E con gli investitori che vedono andare in fumo i soldi dati in gestione a MIcalizzi .
E in questa repentina parabola del fondo corsaro dai grandi risultati, non mancano le vittime italiane. Primo fra tutti il fondo "Growth Premium" (guardacaso lo stesso nome) della Sgr milanese Helm Finance, guidata da Alessandro Rombelli (un ex banchiere di Jp Morgan) e partecipata tra gli altri da Maurizio Dallocchio, docente di Finanza aziendale alla Bocconi.

Oltre a Helm tra gli investitori italiani nel prodotto off shore di Micalizzi figurava anche la Igm, la Independent Global Management Sgr che fu commissariata su indicazione sempre della stessa Consob. Un circolo vizioso con Igm che viene travolta dal crack Madoff, chiede a questo punto il riscatto degli investimenti realizzati con Helm che a sua volta ha investito nel fondo di Micalizzi che non può ottemperare alla restituzione perchè finito in liquidazione.

Ma al di là delle coincidenze sfortunate, cosa è accaduto realmente al fondo caymano, gestito dall'ex assistente di Dallocchio in Bocconi?
Micalizzi raggiunto all'epoca da Il Sole 24 Ore si giustificava così: «Dopo Lehman volevo mettere al sicuro gli asset del fondo. Ho comprato obbligazioni garantite da petrolio fisico a novembre che avrei poi rivenduto. Avevo anche trovato dei compratori che mi avrebbero permesso di realizzare una plusvalenza. Sono stato fermato dal Cda del fondo che mi ha estromesso dalla gestione vanificando così la vendita». Ma perchè il consiglio d'amministrazione del Growth Premium ha bloccato Micalizzi e finito per portare in liquidazione un fondo che fino a un attimo prima aveva ben figurato. Una mossa sciagurata, al limite del masochismo. Qui le cose si complicano. Secondo Micalizzi tutto è partito da una denuncia di due sottoscrittori del fondo (Strathmore e Cadogan management) che hanno adombrato illegalità nella gestione. Il Cda, a questo punto, congela Micalizzi e chiede una ricognizione sulla bontà degli asset del fondo. I due sottoscrittori denunciavano come «il fondo detenesse posizioni illiquide in commodity linked bond organizzate ed eseguite da Micalizzi».

E c'è anche una comunicazione di metà marzo del 2009 agli investitori del Dynamic Decisions Growth Premium che avverte "di non poter far fronte ai riscatti per «la riduzione dell'attivo del fondo pari ormai a poche decine di milioni a fronte di una asserita alla fine del 2008 per 550 milioni di dollari, oltre a un ammontare non specificato di titoli illiquidi consistenti in obbligazioni su commodity". Un gigantesco rogo che vede andare all'aria non solo il fondo off shore gestito da Micalizzi, ma anche la finanziaria Helm che si era affidata alla capacità dell'ex enfant prodige e che finirà liquidata in pochi mesi su richiesta della Consob. Micalizzi finirà multato dalla Fsa, la Consob inglese e di lui si perdono le tracce. Fino a ieri. Con il secondo atto. La truffa perpetrata ai danni della famiglia Borio. In tutti e due i casi soldi degli investitori spariti nel nulla.

Aggiornamento del 13 marzo 2018
Il procedimento penale per truffa aggravata, nei confronti di Alberto Micalizzi, avente ad oggetto la gestione dei fondi inglesi Dynamic Decisions, già pendente davanti alla Procura di Milano, che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio, si è definito con sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, pronunciata in data 7 novembre 2017 dal Gup, Dott. Fanales.

Aggiornamenti del 13 marzo 2018 e del 13 luglio 2022, qui riepilogati l’8 settembre 2023:
1) Il procedimento penale per truffa aggravata, nei confronti di Alberto Micalizzi, avente ad oggetto la gestione dei fondi inglesi Dynamic Decisions, già pendente davanti alla Procura di Milano, che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio, si è definito con sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, pronunciata in data 7 novembre 2017 dal Gup, Dott. Fanales.
2) In data 21 aprile 2022 la Corte di Cassazione ha prosciolto definitivamente il dott. Alberto Micalizzi anche dall’accusa residua di associazione per delinquere.

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