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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2013 alle ore 15:30.
L'ultima modifica è del 17 aprile 2013 alle ore 12:38.
Una rosa di tre nomi. Pier Luigi Bersani avrebbe presentato, a quanto si apprende, in un colloquio telefonico a Silvio Berlusconi la rosa dei candidati al Quirinale. Dalla rosa, composta da più nomi, le personalità prese in considerazione dal Cav, in queste ore, sarebbero Amato, D'Alema e Marini, che il leader Pdl avrebbe già incontrato.Per ora nessuna conferma ufficiale.
Rimane in piedi - in attesa di indicazioni da parte dei protagonisti della trattativa - anche l'ipotesi di un faccia a faccia tra i due leader. In tarda mattinata, infatti, la "Velina Rossa" ha segnalato che era in corso il colloquio tra Berlusconi e Bersani. Due indizi potrebbero deporre in questa direzione. Il primo: Berlusconi ha lasciato la sua residenza romana di Palazzo Grazioli, per poi farne ritorno alle 13 e trenta. Lo hanno poi raggiunto il segretario Angelino Alfano e il coordinatore Denis verdini. Sia l'uscita che il rientro del Cavaliere dalla sua residenza romana sono stati gestiti con la massima discrezione, al punto che sarebbe stata usata una macchina diversa e solo una parte della scorta abituale.
C'è poi un secondo indizio: l'ufficio di presidenza del Pdl, all'inizio in agenda per questa mattina alle 11, è prima slittato alle 15 e trenta, poi è stato nuovamente posticipato ad un'ora ancora da definire, così come l'incontro con i gruppi parlamentari, programmato inizialmente per le 18. Per quanto riguarda il Pd, in serata ci dovrebbe essere la riunione dei gruppi al Capranica.
Insomma, la volata finale prima del primo round nella votazione da parte delle Camere riunite per l'elezione del nuovo Capo dello Stato è all'insegna della trattativa, e la nebbia sui candidati al Colle è ancora fitta. È saltato nuovamente l'incontro tra i capigruppo del Pd e quelli di M5s, che era previsto in mattinata alla Camera per verificare eventuali convergenze sull'elezione del Presidente della Repubblica. Si terrà invece nel pomeriggio una riunione dei parlamentari dell'Udc (8 deputati e 2 senatori) con i due delegati regionali centristi, seguita da quella- fissata qualche minuto più tardi - con i gruppi di Camera e Senato di Scelta civica. Proprio quest'ultima boccia l'ipotesi Romano Prodi: Andrea Olivero, coordinatore di Scelta Civica, rivela a Radio 24 che sul nome del professore «non abbiamo nessun problema, ma non ce la farà» - osserva - perchè non gode di una «maggioranza ampia», mentre «noi spingeremo fino in fondo perchè ci sia un nome che trovi d'accordo anche il Pdl» e «il consenso ampio è un fattore indispensabile».
Intanto, in attesa di una risposta di Milena Gabanelli alla proposta di candidatura arrivata dai grillini - la giornalista conferma che arriverà in giornata -, Beppe Grillo prima apre a un dialogo con il Pd, e in un'intervista a Il Fatto esorta Bersani a votare Gabanelli («poi vediamo», afferma); poi, questa volta dal suo blog, attacca il Pd perché, spiega, consegna l'Italia alla dissoluzione. «Bersani ha ignorato i nomi proposti dal MoVimento 5 Stelle per un semplice motivo - scrive Grillo -. Gargamella ha già deciso. Ha fatto le Berlusconarie».
Tutto questo mentre il secondo più votato alle Quirinarie dei grillini, Gino Strada, ricorda che «per ora il candidato del M5S è Milena Gabanelli». Domanda: e se la giornalista rinunciasse? «Trovo irrispettoso fare ora dei commenti - risponde -, aspettiamo le decisioni, poi tireremo le conseguenze». Strada sottolinea comunque che i voti ricevuti alle Quirinarie sono «un consenso al lavoro portato avanti da Emergency in 19 anni».
Se accordo c'è stato tra Pd e Pdl, potrebbe non avere il consenso scontato di tutti i parlamentari del Pd. «Secondo un nostro sondaggio fatto tra i parlamentari del Pd e fra quelli di Sel, scrive infatti Pasquale Laurito nella sua "Velina Rossa", almeno 160 deputati e senatori ci hanno risposto con la loro indisponibilità a votare il nome dell'onorevole
Amato». Sul "Dottor Sottile" ci sarebbe quindi «una resistenza che può danneggiare definitivamente la segreteria del Pd».
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