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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2013 alle ore 08:08.

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(LaPresse)(LaPresse)

Si allungano i tempi dell'annunciato intervento armato in Siria, dato per imminente da alcune fonti. È quanto emerge dal testo della mozione che il governo britannico ha presentato ai Comuni, in cui non viene chiesta l'autorizzazione all'attacco.
Anzi, si chiede che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite esamini il rapporto degli ispettori, impegnati a Damasco ad accertare la natura dell'attacco chimico del 21 agosto, prima di decidere su un intervento militare. Rapporto, che ha riferito ieri il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, non sarà pronto prima di lunedì perché gli ispettori hanno bisogno di indagare fino a venerdì per portare a termine il loro lavoro.

Un'azione militare in Siria sarebbe «impensabile», in caso di «vasta opposizione» al consiglio di sicurezza dell'Onu, ha detto il premier britannico David Cameron, sottolineando tuttavia che l'approvazione dell'Onu non costituisce l'unica base legale per un intervento. Nel suo intervento ai Comuni, Cameron ha detto di essere personalmente certo che sia stato il regime siriano a lanciare l'attacco con i gas che il 21 agosto ha ucciso 1.300 persone a Damasco. Ma allo stesso tempo, il premier britannico ha ammesso che non esiste «una certezza al 100%» su questo punto, nell'intervento ai Comuni.
Cameron ha anche assicurato che la situazione in Siria è diversa dall'Iraq del 2003, in cui l'opinione pubblica fu tratta in inganno dai rapporti di intelligence Usa sul presunto arsenale di armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Quella che all'epoca fu la giustificazione dell'invasione, cui Londra partecipò entusiasticamente sotto la guida di Tony Blair. Armi mai trovate in 8 anni.

Inoltre, il partito laburista ha annunciato che voterà contro la mozione presentata dal governo britannico e nella quale si difende la liceità di un intervento militare in Siria, come risposta a un presunto attacco con armi chimiche avvenuto il 21 agosto scorso nella zona di Damasco: lo hanno reso noto fonti dello stesso Labour.

L'intelligence: nessuna "pistola fumante"
Il rapporto degli 007 Usa e le informazioni di intelligence dei loro alleati non contengono la cosiddetta "pistola fumante" che inchiodi il presidente Bashar al Assad dimostrando che è stato lui a dare l'ordine di usare le armi chimiche il 21 agosto contro i ribelli e i civili in un sobborgo di Damasco. Lo rivelano diversi funzionari Usa citati da fonti di stampa, sottolineando allo stesso tempo però che il presidente siriano, in quanto comandante delle forze armate, ne ha comunque la responsabilità.

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