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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2013 alle ore 08:08.

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Iran infiamma la situazione: se ci sarà l'attacco Israele brucerà
In caso di un attacco in Siria "Israele brucerà". La minaccia arriva dal vice capo di stato maggiore dell'esercito, il generale Masoud Jazayeri che aggiunge: «L'eventuale azione di Usa e Gran Bretagna contro la nazione siriana innocente è in realtà un'operazione sionista».

Attesa per le prove degli attacchi chimici
L'amministrazione Obama ritiene che l'intelligence americana abbia potuto stabilire come le forze del regime siriano abbiano immagazzinato, assemblato e usato le armi chimiche che sarebbero state utilizzate nel corso dell'attacco fuori Damasco. Lo sostengono funzionari statunitensi citati dal Washington Post. L'amministrazione potrebbe divulgare in giornata le prove della responsabilità di Assad di un "innegabile" attacco chimico. Il rapporto, messo a punto dall'«Office of the Director of National Intelligence», è uno degli ultimi passi che l'amministrazione sta compiendo prima di una decisione del presidente Barack Obama su un attacco militare americano in Siria.

Palazzo Chigi: giustizia internazionale per chi ha usato armi chimiche
«L'utilizzo di armi chimiche ai danni della popolazione civile siriana» è un «atto che ripugna la coscienza del popolo italiano e che si configura come crimine contro l'umanità»; è una «inaccettabile violazione del diritto internazionale ed i responsabili dovranno essere sottoposti alla giustizia internazionale». Così una nota di palazzo Chigi. Inoltre il governo italiano ha ribadito agli alleati Usa ed europei la posizione «espressa in Parlamento» sulla Siria e chiede che l'attività degli ispettori dell'Onu «possa procedere con la massima libertà e celerità».

Croce Rossa: bisogni umanitari «immensi»
Intanto, il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) si è detto oggi costernato per i recenti sviluppi in Siria, con il presunto uso di armi chimiche la settimana scorsa e la conseguente escalation di eventi. «La sofferenza dei civili in Siria ha ormai raggiunto livelli senza precedenti senza che si intraveda una fine», dichiara la Croce Rossa. Un'ulteriore escalation provocherebbe nuovi sfollati e rifugiati e aumenterebbe i «bisogni umanitari, che sono già immensi» ha deplorato Magne Barth, capo della delegazione del Cicr in Siria, sottolineando la gravità delle carenze di forniture mediche, cibo e acqua che colpiscono i civili: in gran parte di Damasco rurale per esempio, la gente sta morendo perché non ha medicinali e non vi è personale medico. La gente ha inoltre fame, ha affermato sottolineando che vi sono aree del Paese dove Cicr e Mezzaluna Rossa siriana non hanno avuto accesso da mesi.

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