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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2013 alle ore 06:42.

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Carlo Messina: «Scampato pericolo per l'Italia: ora priorità alla ripresa»

«Il voto di fiducia al Governo Letta è il segnale di scampato pericolo per il Paese. Ora ci auguriamo che la stabilità sia duratura e si agisca per favorire la ripresa». Il neo amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, nella sua prima intervista dopo la nomina, spiega che l'istituto si attiverà per aumentare il credito alle imprese. «Saremo la banca dell'economia reale, già oggi gli impieghi accordati sono di 420 miliardi, pari a un terzo del Pil italiano». Su Alitalia e Telecom «non possiamo sostituirci al ruolo dello Stato».

Le partecipazioni rilevanti? «Sono solo lo 0,5% del total asset della banca». In primavera, subito dopo il bilancio, Intesa Sanpaolo presenterà il nuovo piano d'impresa. Si guarderà anche alla crescita all'estero. Ma Messina avverte: «Escluso ogni nostro interesse per la tedesca Commerzbank».

«Il voto di fiducia al Governo Letta è il segnale di scampato pericolo per il Paese. Non oso neanche pensare alle conseguenze di una nuova fase di instabilità. È importante che non vengano vanificati i timidi segnali di ripresa che si iniziano a intravedere. Ora ci auguriamo che la stabilità di Governo sia duratura e che ci sia spazio per l'attuazione di un programma che favorisca lo sviluppo». Il neo amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina tira un sospiro di sollievo. Evitato il baratro di una crisi politica che avrebbe riportato spread e tassi a livelli insostenibili per l'economia, il nuovo chief executive officer della prima banca italiana ora guarda con fiducia alla ritrovata stabilità. E annuncia che in primavera, a valle dell'approvazione dei dati di bilancio, «Intesa Sanpaolo avrà pronto il nuovo piano d'impresa, industriale e finanziario, rinviato da anni proprio per la scarsa visibilità sulle prospettive dei dati macro». Una certezza in più per l'ampia platea di investitori istituzionali, che Messina conosce bene essendo stato per anni il chief financial officer della banca sia durante la gestione di Corrado Passera che in quella di Enrico Cucchiani, da cui Messina ha ereditato le deleghe di Ceo. E proprio la traumatica uscita di Cucchiani, dopo soli 21 mesi al vertice, è il punto di partenza della prima intervista di Messina a quattro giorni dalla sua nomina.

Come spiega l'uscita di Cucchiani? È vero che c'erano difficoltà con la squadra di vertice della banca?
A Enrico Cucchiani vanno i miei ringraziamenti per il lavoro fatto in banca. Per quanto riguarda la mia nomina, sono grato sia al presidente del cds Giovanni Bazoli che a quello del cdg Gian Maria Gros-Pietro. Credo fosse naturale considerata la mia posizione di direttore generale vicario del gruppo. Ritengo che il lavoro fatto come cfo e negli ultimi cinque mesi alla guida della Banca dei Territori, con la semplificazione organizzativa e la concentrazione delle deleghe alle sette direzioni territoriali, mi abbia fatto guadagnare la stima dei colleghi; credo anche che, a mio favore, abbia inciso la forte spinta che veniva dal resto del management, dai dirigenti e dai colleghi. È la prima volta che si opta per una soluzione interna per il vertice di Intesa Sanpaolo. Sono certo che faremo un eccellente gioco di squadra. Per me è una grande sfida, ma so di poter contare sulla forte motivazione delle nostre persone che sono il vero capitale della banca.

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