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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2013 alle ore 09:45.
L'ultima modifica è del 13 dicembre 2013 alle ore 14:09.

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Un presidio permanente a Roma, che potrebbe partire già la prossima settimana, ma non un corteo per evitare che i violenti si possano infiltrare nella manifestazione. Ad annunciarlo è stato il "Coordinamento 9 dicembre", nel corso di una conferenza stampa convocata nell'Hotel Capannelle a Roma sulle proteste e i presìdi di questi giorni in tutta Italia. «Faremo un presidio statico a Roma - ha spiegato il leader del Movimento dei Forconi Mariano Ferro -. Non abbiamo ancora deciso il luogo e la data, li concorderemo con la questura. Non faremo un corteo perchè non vogliamo dare ai facinorosi l'opportunità di inflitrarsi tra di noi e di spaccare vetrine».
Anche quando partirà il presidio permanente di Roma, hanno sottolineato gli esponenti del coordinamento, proseguiranno gli altri presìdi già presenti in tutta Italia che proseguiranno ad oltranza. Non solo. «Oltre ai nostri presìdi fissi inizieremo a farne altri anche davanti ad Equitalia», ha detto Lucio Chiavegato.
Riguardo al presidio permanente di Roma i rappresentanti del coordinamento hanno spiegato che non ci saranno risorse per portare la gente nella capitale: «Non paga nessuno - ha sottolineato Ferro - noi abbiamo detto a tutti quelli che sono desiderosi di farlo di mettere qualche soldo perché da noi non verrà niente. Chi potrà venire a Roma lo farà spontaneamente e per questo noi non ci aspettiamo grandi numeri ma la nostra manifestazione sarà vera e non finta. Chi non potrà venire sarà come se fosse a Roma».

La comunità ebraica contro le parole del leader Zunino
«Le deliranti affermazioni sull'Italia "schiava dei banchieri ebrei" e le successive giustificazioni formulate dal portavoce del Movimento dei Forconi, Andrea Zunino, danno il senso di un disagio che si fa sempre più profondo e richiamano, senza alcun pudore e vergogna in chi le ha pronunciate, un periodo storico caratterizzato da morte, violenza, negazione dei diritti più elementari». Con queste parole il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna reagisce all'intervista su Repubblica in cui il leader dei Forconi ha affermato tra l'altro: «Vogliamo la sovranità dell'Italia, oggi schiava dei banchieri come i Rotschild: ècurioso che 5 o 6 tra i più ricchi del mondo sono ebrei». Dura anche la replica il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici: «La boutade del leader del movimento ripercorre le parole di nuovi e vecchi leader che nella storia del nostro continente hanno portato alla catastrofe e alla morte di milioni di cittadini...Purtroppo in un clima di disperazione gli spacciatori di odio, i fanatici dell"Europa dei popoli, l'estrema destra e la sinistra antagonista speculano alimentando non solo i peggiori stereotipi antiebraici e antisemiti ma anche la cultura contro i valori dell'accoglienza e del rispetto delle diverse identità di cui oggi si compone l'Europa unita...Per questo facciamo dunque appello prima di tutto a coloro che sono nella disperazione di non farsi tentare dal fascino delle ideologie che immaginavamo sepolte».

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