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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2013 alle ore 14:56.
L'ultima modifica è del 17 dicembre 2013 alle ore 09:00.

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Fondo taglia cuneo da spending e lotta all'evasione
Sarà un fondo unico alimentato da due rubinetti: quello dei risparmi di spesa che dovranno arrivare dalla nuova spending review targata Carlo Cottarelli; quello delle maggiori entrate assicurate dalla lotta all'evasione fiscale. Con un meccanismo di funzionamento, almeno sulla carta, di attento monitoraggio da parte del Governo, delle parti sociali e dello stesso Parlamento. A partire dal ricorso al Documento di economia e finanza (Def) per l'indicazione dei risparmi di spesa e dei recuperi da evasione che dovranno essere indirizzati al nuovo fondo per la riduzione della pressione fiscale. Ma se da una parte il nuovo Fondo sembra partire con i buoni propositi dall'altra a ben vedere l'emendamento tradisce in parte le attese. Sembra tornare in auge, infatti, il meccanismo del sostegno a pioggia. Secondo la nuova formulazione dell'emendamento la distribuzione delle risorse confluite nel fondo dovrà avvenire in parti eguali tra imprese e lavoratori. Ma se mentre questi ultimi dovranno ripartire la loro quota coni pensionati, la dote spettante alle imprese seguirà tre vie: le attività produttive, i professionisti e le piccole imprese con meno di 181 mila euro di valore della produzione.

Occorre sottolineare inoltre che le stesse risorse di partenza che saranno indirizzate al Fondo potrebbero rischiare di essere di gran lunga inferiori alle attese e soprattutto alle esigenze tanto delle imprese quanto dei lavoratori. Sempre secondo l'emendamento depositato oggi dal Governo a Montecitorio e su cui la Commissione Bilancio si pronuncerà nelle prossime ore o al più tardi nella giornata di domani, sono destinate al fondo sì le risorse ricavate dalla spending review ma al netto di quanto già impegnato per interventi di equità sociale e spese indifferibili (5 per mille, libri scolastici, missioni di pace ecc.).

Mini rata Imu differita al 24 gennaio 2014
Il pagamento della cosiddetta mini rata Imu sarà differito dal 16 gennaio al 24 gennaio 2014. Lo prevede un emendamento alla legge di stabilità presentato dal relatore Maino Marchi (Pd). Uno slittamento finalizzato a dare maggior tempo ai Caf per effettuare i conteggi. L'emendamento del relatore differisce al 24 gennaio anche il versamento della maggiorazione standard della Tares ove non é eseguito entro il 16 dicembre. Secondo quanto riferiscono fonti governative sembra tramontata al momento l'ipotesi che prevedeva di rendere detraibile dalla Tasi la mini rata dell'Imu che dovrà essere pagata a gennaio. La misura era stata oggetto di alcuni emendamenti dei gruppi parlamentari che prevedevano la copertura in un aumento dell'aliquota Tasi per la casa successiva alla seconda fino al 12,6 per mille.

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