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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 23:40.
L'ultima modifica è del 17 gennaio 2014 alle ore 12:42.

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Il Pd sta dalla parte dei non proporzionalisti
Per quanto riguarda le nuove regole per il voto, nel suo intervento nella direzione di ieri Renzi ha ricordato che «è in corso un derby: non sul doppio turno. Il punto vero è: il primo turno come lo fai?». C'è «in Parlamento un sussurrio, una sorta quasi di speranza di un grande ritorno dei neo-proporzionalisti. Se il derby delle prossime 72 ore è tra proporzionalisti e non proporzialisti, il Pd che io ho in testa non può che stare da questa parte». «Io rischio il tutto per tutto - ha sottolineato Renzi -. Non lo farei se non avessi la consapevolezza che senza questa svolta il Pd muore alle elezioni del 25 maggio. Non è con un sistema elettorale che vinciamo su Grillo: è con la politica ».

Renzi: senza interventi diranno che il Pd è responsabile del fallimento
Nel suo intervento in direzione il segretario ha dunque spronato il partito democratico ad andare avanti a tambur battente. «O c'è la consapevolezza del dramma dell'urgenza o, se si pensa che si possa continuare ad andare avanti come se niente fosse, saremo spazzati via ». Occorre dunque «realizzare le riforme nei prossimi 4 mesi, altrimenti ci sarà una devastante campagna elettorale in cui l'antieuropeismo di Berlusconi si salderà con quello di Grillo». «Diranno: "voi siete responsabili del fallimento"».

Ora il partito si gioca la faccia
Su legge elettorale, Jobs Act e patto di governo il partito si «gioca la faccia». E sulle nuove regole del voto «si parla con tutti e ovunque». Nel suo intervento in direzione Renzi ha lanciato un messaggio a Letta: «Il Governo si logora se non fa le cose. L'Esecutivo ha tutto il diritto di andare avanti ma abbia l'intelligenza di proporci non solo correzioni a errori fatti, come sugli insegnanti e sulle slot, ma di indicare obiettivi».

Legge elettorale, Renzi: surreale polemica su dialogo con Fi
Nel suo intervento Renzi ha fatto il punto sulle trattative per la riforma della legge elettorale. «Salvini - ha ricordato - ci ha detto no ad un incontro e ce ne faremo una ragione, a M5s abbiamo aperto l'anno con una sfida ma Casaleggio definisce le nostre tre proposte incostituzionali e se lo dice lui fa Cassazione». Renzi ha respinto le critiche dei bersaniani. «La polemica del dialogo con Fi è surreale - ha detto -. È stravagante la polemica di un dialogo con un "pregiudicato", come dice D'Attorre, quando con il "de cuius" si è fatto il governo e non ho visto ministri dimettersi quando Berlusconi è stato condannato». «Penso - ha aggiunto - sia da respingere il ricatto di chi dice facciamo la legge elettorale se si va a votare a maggio».

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