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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 23:40.
L'ultima modifica è del 17 gennaio 2014 alle ore 12:42.

«Legge elettorale seria, via Senato e province, cambiare le regioni. Mi hanno votato per questo. Molti cercano di frenare ma io non mollo». Il segretario del Pd Matteo Renzi interviene su twitter e lancia un messaggio: nessun passo indietro sulle riforme. Una presa di posizione che si inserisce nel duello acceso tra il segretario del Pd e il premier Enrico Letta sull'efficacia e i risultati dell'azione di governo negli ultimi mesi. Dieci mesi di «fallimenti» con risultati «scarsissimi», ha sottolineato ieri il sindaco di Firenze nell'intervento alla direzione nazionale del partito. Ora le riforme - a cominciare dalla legge elettorale - o il partito rischia di essere spazzato via.
Letta: abbiamo governato in uno dei periodi più complessi
Dopo qualche minuto, è arrivata la replica (a distanza) del presidente del Consiglio. Letta ha spiegato di concordare con Renzi sulla necessità di un nuovo inizio dell'azione di governo ma ha chiarito: il segretario ha un giudizio diverso sui mesi di lavoro fatti «in uno dei tempi più complessi e travagliati della storia recente». Il premier si è poi detto fiducioso «in un risultato positivo dell'iniziativa opportuna e coraggiosa che il segretario ha assunto sulla legge elettorale».
La replica del segretario: conta ciò che si sente nei mercati internazionali
Renzi ha risposto ancora una volta: «Enrico ha fatto una dichiarazione in parte positiva e in parte negativa - ha detto -. Quella negativa, noi la prendiamo come i messaggi di Krusciov a Kennedy nella crisi dei missili... A me - ha aggiunto - non interessa il giudizio sul passato. Per me è chiaro e l'ho detto. È quello che si sente non nei mercati internazionali, ma nei mercati rionali. L'Esecutivo è al minimo del gradimento. La questione che abbiamo davanti non è il giudizio sui mesi scorsi ma se con la legge elettorale e la riforma riusciamo a cambiare il Paese».
Duro faccia a faccia in serata: «La discussione resta aperta»
Dopo il confronto a distanza in direzione, è stata la volta in serata di un faccia a faccia di un paio d'ore a cena a Palazzo Chigi. Incontro che, stando alle indicazioni fornite da fonti vicine al premier, non sembra avere rasserenato il confronto tra Letta e Renzi: i due leader hanno fatto il punto su vari temi ma «la discussione resta aperta». Saranno decisivi i prossimi giorni. Domani il segretario dovrebbe incontrare Silvio Berlusconi per discutere sulla riforma della legge elettorale.
Il via libera della direzione alla relazione Renzi
Insomma, lo scontro tra governisti e renziani all'interno del Pd non accenna a diminuire di tono. Renzi ha posto tre priorità: nuova legge elettorale, trasformazione del Senato in Camera delle autonomie locali (non elettiva e senza indennità) e Jobs Act. La direzione nazionale ha dato il via libera alla sua relazione, con 150 voti a favore e 35 astenuti (attribuiti all'area Cuperlo), nessun contrario. Lunedì nuova direzione per definire la proposta ufficiale del Pd sulla riforma delle nuove regole del voto, ha anticipato il segretario.
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