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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2014 alle ore 09:32.
L'ultima modifica è del 05 marzo 2014 alle ore 21:07.

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La scena della crisi ucraina si sposta a Bruxelles, al vertice fra la Nato che ha lanciato duri avvertimenti alla Russia e i rappresentanti del governo di Mosca. La buona notizia è che il governo russo cerca un dialogo, la cattiva è che ha già predisposto tutta una serie di «punizioni» economiche per la ribelle Ucraina: sono le due facce di Putin. Entro «giovedì mattina alle 11,30», quando a Bruxelles si riuniranno i capi di Stato e di governo dell'Ue per il vertice straordinario, si «capirà se la strada del dialogo resta aperta o se l'Unione dovrà cominciare a considerare eventuali misure mirate»: lo ha detto il ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, nel corso di una conferenza stampa a Parigi, riferendosi al vertice straordinario di domani a Bruxelles, al quale dovrebbe partecipare il premier Matteo Renzi.

Le forze russe hanno intanto preso il controllo parziale di due basi missilistiche in Crimea, riferiscono fonti ufficiali di Kiev. La prima base è quella di Evpatoria, nell'ovest della Penisola a maggioranza russa, mentre il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov assicura che la Russia «non permetterà un bagno di sangue» «Non permetteremo attentati contro la vita e la salute di coloro che vivono in Ucraina, né contro i russi che vivono in Ucraina».
E sono almeno 10 le persone rimaste ferite negli scontri a Donetsk, in Ucraina, dove manifestanti filo-russi hanno nuovamente occupato il palazzo del governo locale. Circa 200 dimostranti sono riusciti a entrare nell'edificio, dopo essersi scontrati con le forze di sicurezza ucraine, e lo hanno nuovamente occupato. La sede era stata sgomberata in mattinata dalla polizia.

A Parigidiplomazia Usa al lavoro, ma il russo Lavrov snobba il collega ucraino
A Parigi lavora invece la diplomazia americana, ma nonostante gli sforzi di Stati Uniti e Gran Bretagna, almeno per ora non vi sarà alcun faccia a faccia tra rappresentanti della Russia e dell'Ucraina in Francia: lo annuncia il segretario di Stato americano John Kerry, spiegando che si era cercato di allestire una riunione tra i quattro firmatari del cosiddetto Memorandum di Budapest, ma che «malauguratamente» nessun emissario di Mosca si è presentato, e dunque l'iniziativa è andata a vuoto. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov si è rifiutato di incontrare il suo omologo Andriy Deshchytsya a Parigi. Lavrov resiste per ora alle pressioni internazionali ed è andato via da Parigi senza incontrare il collega ucraino, ma, ha assicurato, i colloqui con gli Usa continueranno nei prossimi giorni. La sua partenza da Parigi, ha garantito in un comunicato, non significa che gli sforzi per risolvere la crisi ucraina sono finiti. «Siamo d'accordo nel continuare questi colloqui nei prossimi giorni per trovare il modo migliore per stabilizzare e normalizzare la situazione», ha detto Lavrov. Il Memorandum fu sottoscritto da Russia, Ucraina e, come garanti, da Usa e Regno Unito il 5 dicembre 1994: si tratta di un accordo che sancisce l'inviolabilità dell'integrità territoriale ucraina in cambio della sua rinuncia agli armamenti nucleari.

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