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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2014 alle ore 09:32.
L'ultima modifica è del 05 marzo 2014 alle ore 21:07.

L'annuncio di aiuti di Barroso: da Ue 11 miliardi di euro nei prossimi due anni
A Bruxelles intanto si definisce una proposta per l'Ucraina. «Oggi la Commissione europea ha identificato un programma di aiuti. È il nostro contributo al vertice dei capi di Stato di governo di domani. In totale il pacchetto potrà portare un sostegno di almeno 11 miliardi di euro nei due prossimi anni, proveniente dal budget Ue e dalle istituzioni finanziarie europee» ha detto presidente dell'esecutivo Ue Jose Manuel Barroso. «La questione non è quanto di questa nostra proposta è denaro nuovo, ma quanto saremo veloci a mobilitarlo». Barroso ha chiarito che trattasi di proposta che deve essere adottata dai 28, che domani si riuniranno nel vertice straordinario. La cancelliera tedesca Angela Merkel dice la Russia deve evitare qualsiasi atto che destabilizzi l'Ucraina. Il Consiglio della Ue ha inoltre deciso di mettere in atto il blocco dei beni di 18 cittadini ucraini, parte del pacchetto di sanzioni deciso dal Consiglio esteri del 20 febbraio. Le sanzioni scattano «per appropriazione indebita di fondi dello stato». La lista dei nomi sarà pubblicata stanotte sulla Gazzetta Ufficiale Ue.
A Semferopoli è stato intanto deciso che il referendum sullo status della Crimea nei confronti dell'Ucraina si terrà a metà marzo e non il 30 marzo, come precedentemente previsto, lo dice il premier della Crimea Serghiei Aksenov, citato dalla stampa locale. Che aggiunge di puntare a ll'indipendenza da Kiev e un accordo di libero scambio con Mosca.
Le due facce di Putin
Lo stesso Putin, ieri nella conferenza stampa dalla sua dacia fuori Mosca diceva che l'intervento militare può attendere e sarà «legittimo» cioè chiesto da un governo legittimo di Kiev (per Putin è quello guidato Yanukovich), mentre Gazprom annunciava la cancellazione dello sconto sul gas riservato a Kiev. In questo momento del conflitto la leva decisiva è il gas ma non solo. Oggi a Mosca sono state annunciate altre contro misure economiche «punitive» in caso di sanzioni dall'Occidente. Il Consiglio della Federazione (il Senato russo) sta infatti preparando una legge che permetterà la confisca di beni, asset e conti di società europee e statunitensi in caso vengano adottate sanzioni contro la Russia. Lo ha riferito all'agenzia Ria Novosti l'autore del progetto di legge, il capo della commissione affari costituzionali, Andrei Klishas. La norma riguarderebbe anche compagnie private. Secondo il senatore, «qualsiasi sanzione deve essere reciproca».
Intanto la Russia vende moneta straniera per complessivi 11,3 miliardi di dollari per sostenere il rublo, sottoposto a forti pressioni a causa del conflitto in Ucraina. La Banca centrale ha venduto un ammontare record di moneta estera per comprare rubli, con lo scopo di limitarne la svalutazione. Il via libera del Parlamento di Mosca all'intervento militare in Ucraina ha infatti gettato nel panico i mercati, mandando a picco negli ultimi giorni la moneta russa
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