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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2014 alle ore 20:18.
L'ultima modifica è del 07 maggio 2014 alle ore 09:21.

Sulla violenza nel calcio è intervenuto anche il presidente del Coni. «Basta vedere quello che ha fatto la Thatcher con gli hooligans. Punto. Questo bisogna fare. Io non legifero, auspico che questo avvenga».Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine della Giunta, chiede il modello inglese dopo gli incidenti nella finale di Coppa Italia.
La vedova Raciti: stasera 30mila magliette pro Speziale? Non si giochi
Marisa Grasso, vedova di Filippo Raciti, l'ispettore di polizia morto nel 2007 durante gli incidenti scatenati dagli ultras catanesi contro la polizia alla fine di un derby con il Palermo ha parlato oggi di «vergogna», commentando in diretta a "24 Mattino" su Radio 24 la notizia delle 30mila magliette con la scritta "Speziale libero" che i tifosi del Napoli starebbero preparando per la partita di stasera Napoli-Cagliari (con riferimento ad Antonino Speziale, condannato proprio per l'omicidio di Raciti) . «A questa notizia dovrebbe una risposta il presidente del Consiglio. Deve dare una risposta - ha aggiunto la vedova Raciti, che alla domanda del conduttore Alessandro Milan su quale tipo di risposta si attende, ha aggiunto - chiudete, non fate giocare, basta. Uno Stato forte prende delle misure forti, non è essenziale una partita di calcio, se ne può fare anche a meno. Ognuno sta a casa sua e si evitano problemi, vabbè c'è una perdita economica ma non è colpa mia. Un lavoro non può creare così tanti problemi, il lavoro deve rendere a una persona dignità perché porta onestamente a casa i soldi, ma alcuni lavori tolgono serenità a chi dovrebbe svolgere un servizio che dovrebbe garantire sicurezza ai cittadini. Questa delle magliette invece è la risposta che incassa lo Stato».
Marisa Grasso ha continuato: «Se lo Stato fosse forte, queste cose non sarebbero accadute. Io purtroppo mi aspetto che oltre a mio marito, che avrei voluto fosse l'unico sacrificio, ci siano altri Filippo Raciti. Lo Stato è debole, aspettiamoci di tutto. È davvero una vergogna sentire anche questa cosa delle magliette. Questo Speziale, che non io non nomino mai, è un assassino e uno spacciatore di droga. È un mercante di morte. Questo si pubblicizza».
Marisa Grasso è tornata sugli scontri di sabato all'Olimpico: «Questo Genny ‘a Carogna non ha nessun diritto di parola sulla vicenda di mio marito, può parlare solo dei suoi fatti personali. Io ho chiesto giustizia in un'aula di tribunale presenziando ogni giorno per 6 anni. E ho saputo la verità, non c'è nessun dubbio sulla vicenda giudiziaria. Due persone sono state condannate per omicidio fino alla Cassazione. In più, mentre era in attesa di giudizio, Speziale aveva la piena libertà di poter parlare e lo hanno arrestato i colleghi di mio marito per spaccio di droga. Non parliamo di sante persone ma di persone mai pentite. Questa cosiddetta "Carogna" che non è mai venuto in tribunale non può indossare una maglietta con quella scritta». Infine la vedova Raciti ha fatto un appello alle istituzioni: «Le telefonate di solidarietà mi stanno bene, ma io attendo risposte. Va bene che si faccia una nuova legge, forse dovremmo parlare della violenza degli stadi come di una nuova forma di terrorismo, il terrorismo da stadio. Comunque è un problema da sconfiggere, le risposte le vogliamo tutti, non solo io».
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