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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2014 alle ore 17:32.
L'ultima modifica è del 23 maggio 2014 alle ore 18:11.
Capgemini, multinazionale attiva nella consulenza aziendale e nella fornitura di servizi professionali, ha commissionato uno studio che dimostra come l'uso della tecnologia influenzi in positivo la partecipazione alla vita politica. Il rapporto fa riferimento alle Europee ed è stilato in base alle risposte raccolte dal 10 al 14 maggio da un campione di mille persone.
Il quadro attuale
I dati raccolti dall'indagine indicano che il 71% degli italiani è intenzionato ad esprimere il proprio voto, percentuale ben superiore a quella registrata alle Europee 2009, quando l'affluenza made in Italy è stata del 65%. Coloro che non intendono recarsi alle urne sono il 21% e gli indecisi sono il restante 8%.
Il quadro con l'i-Voting
Primo dato e primo spunto di riflessione: il 54% del campione si è detto aperto alla possibilità di utilizzare dispositivi mobili per votare. Un'opzione ritenuta sostenibile in condizioni di sicurezza e garanzia della privacy e accettata per praticità, semplicità e comodità. Le predisposizioni dei votanti cambierebbero, di conseguenza, in modo rimarcato: salirebbe di 14 punti (passando quindi da 71 a 86 persone ogni 100) la percentuale di chi vuole votare, con un impatto diretto su chi non ha intenzione di esprimere la propria preferenza che scenderebbe dal 21 al 9% e anche sugli indecisi che diminuirebbero di 2 punti percentuali, passando dall'8 al 6%.
Profilo dell'elettore digitale
La "Generazione Y", ovvero i nati tra il 1980 e il 2000 avvezzi all'uso delle tecnologie, la fa da padrona e, in questa fascia, le più ricettive appaiono essere le esponenti del gentil sesso (66%), mentre gli over 35 disposti a sostituire le urne con un il dito sono il 48,5%
Il caso Estonia
Dal 2005 ad oggi gli estoni hanno potuto esprimere le proprie preferenze tramite i-Voting in sei diverse tornate elettorali. I dibattiti si sono sviluppati, relativamente alla sicurezza, ai costi e alla privacy e le preferenze sono aumentate in totale del 1.337%
I dubbi dell'i-Voting
Ce ne sono molti e per lo più legittimi: sicurezza e alterazione dei dati raccolti sono tra i primi ma si tratta, in fin dei conti, di problemi già affrontati in materia di transazioni di pagamento ed e-banking. La diffusione di tali procedure aumenta gli sforzi per garantirne sicurezza e affidabilità.
Maurizio Mondani, Amministratore Delegato di Capgemini Italia, sottolinea come ogni giorno, nella sola zona UE, 4 giovani su 5 si collegano al web da dispositivi mobili e compiono diverse operazioni online.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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