Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2014 alle ore 08:28.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2014 alle ore 14:27.

My24
OlycomOlycom

Quasi inevitabili, come era logico, le brutte prestazioni nelle due partite successive: un pareggio stiracchiato con l'Argentina, tutt'altro che irresistibile, e una sconfitta per 2-1 con la Polonia che chiuse definitivamente l'avventura italiana in quel mondiale. Partiti per vincerlo, gli azzurrri tornavano a casa tra le polemiche, sconfitti e con una squadra completamente da rifondare vista l'età media dei suoi titolari.

Dopo i gironi iniziali era prevista una seconda fase, sempre a gironi, che qualificava direttamente alle finali per il titolo, oppure per il terzo posto. Nel girone A si ritrovarono Olanda, Brasile, Germania Est e Argentina. La partita decisiva fu quella tra olandesi e brasiliani, che si erano sbarazzati facilmente di Germania Est e Argentina. Per i campioni del mondo in carica, apparsi poco brillanti fin dall'inizio del torneo, non ci fu nulla da fare: Neeskens e Cruijff nella ripresa confezionarono le due reti della vittoria arancione.

Nel girone B la grande favorita era la Germania Ovest, che si scontrava con Polonia, Svezia e Jugoslavia. Per riuscire a frenare il gioco d'attacco dei polacchi i tedeschi ricorsero a un vecchissimo trucco: inaffiarono il campo, già abbondantemente battuto dalla pioggia, fino ad ammollarlo in modo quasi ridicolo. Nonostante tutto la Polonia avrebbe meritato di vincere quella partita, che finì invece per 1-0 con gol di Gerd Müller, un implacabile bomber capace di sfruttare la minima occasione. Soltanto l'Olanda con i suoi straordinari campioni avrebbe tolto una parte del palcoscenico a quella bellissima Polonia: Tomaszewski, Zmuda, Kasperczak, Deyna e Lato sono comunque rimasti nella memoria di tutti gli appassionati di calcio. Fatte fuori Svezia e Jugoslavia, i padroni di casa erano in finale.

In quell'occasione si scontrarono due scuole completamente diverse tra loro: se il calcio totale degli olandesi aveva introdotto sistemi di gioco che sarebbero diventati di uso comunque solo vent'anni dopo, i tedeschi interpretavano un calcio più tradizionale, con un gioco ordinato e con i singoli interpreti chiamati a svolgere compiti precisi. Per intenderci, niente difensori all'attacco o attaccanti in difesa, se non in casi straordinari.

I due punti fermi dei padroni di casa erano Franz Beckenbauer, forse il migliore di sempre nel ruolo di libero, e il centravanti Gerd Müller, piccolo e rapidissimo, ma al tempo stesso dotato di una potenza dirompente. Vero giocatore da area di rigore, capace di trasformare in oro anche un pallone sporcato dalla difesa.

Gli olandesi andarono quasi subito in vantaggio, su un atterramento in area di Cruijff dopo due minuti dall'inizio. Rigore battuto da Neeskens e partita apparentemente chiusa, vista l'impressione di dominio che gli arancioni avevano dato nel corso di tutto il mondiale. La Germania continuò invece ribattendo colpo su colpo, come se nulla fosse, spostando progressivamente l'asse di gioco nella metà campo avversaria. Fino a quando, al 25esimo minuto, fu la volta dei tedeschi di andare a battere un rigore concesso (giustamente) dall'arbitro Taylor. Breitner siglò così l'1-1, ma poco prima della fine del primo tempo, su una palla apparentemente poco pericolosa, Müller si inventò una delle sue serpentine improvvise per il gol del 2-1. Nonostante gli attacchi nel corso della ripresa, l'Olanda del calcio totale uscì sconfitta da una Nazionale tedesca solida e costruita con un modulo tattico all'antica.

Per gli eredi di Cruijff e compagni ci sarebbe stata una seconda possibilità quattro anni dopo, al mondiale argentino. La Germania, con il secondo titolo, appaiava nella classifica dei plurivincitori di tutti i tempi Italia e Uruguay, dietro al Brasile tre volte campione.

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.