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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2014 alle ore 09:30.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2014 alle ore 14:31.

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L'Italia si sbarazzò dell'Australia vincendo 1-0 solo con un rigore molto dubbio su Grosso e successivamente trasformato da Totti. Fu una partita tutt'altro che bella, con una Nazionale poco brillante e spesso in affanno di fronte all'atletismo degli australiani.

Ai quarti si ritrovarono di fronte Germania e Argentina, in una sorta di "bella" dopo le due finali dell'86 e del '90. Come sempre la gara fu combattuta e il risultato in bilico: al vantaggio argentino di Ayala rispose Klose a dieci minuti dalla fine. I supplementari non cambiarono la situazione e i tedeschi approdarono in semifinale solo grazie a rigori e alle parate del portiere Lehman. Nello stesso modo arrivò l'eliminazione dell'Inghilterra contro il Portogallo: anche per Beckham e compagni, come per l'Italia, si poteva ormai parlare di maledizione dei rigori visto che già nel 1990 e nel 1998 la nazionale d'oltre Manica era uscita dal Mondiale nello stesso modo. Il Brasile, largamente favorito contro la Francia, non riuscì a innescare il suo attacco stellare e subì la rete di Henry che chiuse i giochi.

L'Italia, opposta a una modesta Ucraina, vinse facilmente con reti di Zambrotta e Toni. Il tabellone fino a quel punto era stato decisamente favorevole ma in semifinale gli azzurri erano attesi dall'impegno più difficile: la sfida contro la Germania padrona di casa, ansiosa di vendicare le continue sconfitte con l'Italia nelle partite che contano e, soprattutto, apparsa fin dall'inizio del torneo molto più in palla degli uomini di Lippi.

La sede della partita era Dortmund, dove i tedeschi non avevano mai perso nella loro storia: l'Italia prevalse in modo abbastanza chiaro nel gioco, senza però riuscire a concretizzare il vantaggio. Si andò così ai supplementari e fino a un minuto dalla fine il risultato rimase inchiodato sullo 0-0. A rompere l'equilibrio ci pensò Fabio Grosso con un tiro imparabile a fil di palo. I tedeschi tentarono l'assalto della disperazione rimediando immediatemente, su un ribaltamento di fronte, il 2-0 di Del Piero. Il disastrato calcio italiano era in finale, la Germania calcistica si doveva inchinare per l'ennesima volta all'Italia.

Tra Francia e Portogallo decise un rigore di Zidane nel primo tempo: i portoghesi, che giocavano un calcio brillante e pieno di fantasia, pagavano a caro prezzo la mancanza di un goleador vero, un attaccante capace di capitalizzare l'enorme numero di occasioni che il centrocampo riusciva a creare.

La finale di Berlino vide di fronte un'Italia stanca, ma ancora capace di prevalere come qualità di gioco nel corso del primo tempo. I francesi andarono tuttavia in vantaggio grazie a un rigore causato da un intervento di Materazzi e trasformato da Zidane: entrambi sarebbero diventati i veri protagonisti della gara. Lo stesso Materazzi, infatti, con un colpo di testa pareggiò i conti al 19esimo minuto. Nel secondo tempo la Francia prese il sopravvento, senza riuscire però a perforare un'attentissima difesa italiana. Si arrivò ai supplementari dove, al 111esimo minuto di gioco, Zidane colpì con una violenta testata al petto proprio Materazzi. Il vero motivo non si seppe mai: pare che il difensore italiano avesse rivolto insulti irripetibili nei confronti della sorella del francese. Comunque sia andata Zidane, peraltro non nuovo a gesti di reazione violenta, chiudeva la sua carriera nel modo peggiore. Uscì dal campo passando vicinissimo a quella Coppa del Mondo che i suoi compagni, pochi istanti dopo, si sarebbero giocati ai rigori.

Per l'Italia sembrava quasi un incubo: di nuovo i calci di rigore a decidere tutto, la specialità nella quale sembravamo negati, incapaci di controllare le emozioni. Per la Francia sbagliò Trezeguet, per gli azzurri fu una raffica di gol: Pirlo, Materazzi, De Rossi e Del Piero con il sigillo finale di Fabio Grosso, che aveva trovato la settimana più bella della sua vita calcistica proprio in occasione del Mondiale. L'Italia, partita tra le polemiche, era campione per la quarta volta.

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