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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2014 alle ore 07:36.
L'ultima modifica è del 16 giugno 2014 alle ore 12:15.

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Che ci volete fare! I campioni, quelli con la ‘C' maiuscola , possono permettersi il lusso di sonnecchiare - e farti sonnecchiare - per interminabili minuti per poi piazzare la zampata. Forse a Leo Messi , che ormai ha vinto quasi tutto , basterebbero 30 secondi così per ogni partita del Mondiale per coronare l'ultimo sogno ancora chiuso in un cassetto. Perché lui, la pulce, quando accende la luce ti abbaglia come nessun altro. Era la partita più attesa di ieri quella tra Argentina e Bosnia.

Dopo l'esordio morbido del Brasile alla prima giornata, si attendeva solo di poter finalmente fare la radiografia alla grande antagonista dei padroni di casa, per poter cominciare a fare la tara sui pronostici più scontati. Ma anche in questo caso la cronaca della vittoria per 2-1 sulla Bosnia non ci regala ancora certezze granitiche. Messi invece sì. Solo sprazzi, ma che sprazzi. Triangolo con Higuain, pallone addomesticato con la magia di un dribbling, tiro, palo e rete. Fortunato anche, certo. Perché l'autorete che sblocca il match dopo una manciata di minuti rende tutto più semplice, soprattutto sul piano psicologico per l'argentino che soffre un po' la pressione di quella moltitudine di occhi puntati morbosamente su ogni singola espressione del suo volto al momento dell' ingresso in campo dal tunnel del Maracanà. La storia nella storia. E infatti parte col freno tirato. Giochicchia. Anzi in avvio sbaglia anche molto. Troppo per i suoi parametri. Ma dopo 3' la gara è già in discesa. È il 3' quando , sugli sviluppi di un calcio di punizione concesso per un fallo su Aguero, il pallone spiove in area e Kolasinac infila la porta sbagliata. Le stelle argentine non brillano. Né Aguero né Messi. Il gioco langue. La Bosnia fa troppo poco per raddrizzarla. Hajrovic in acrobazia viene fermato da Romero, poi l'ex portiere della Sampdoria arriva puntuale anche sull'insidioso colpo di testa di Lulic ma resta però il vero oggetto misterioso dell'albiceleste, l'uomo che abbassa spaventosamente la qualità tecnica media della squadra. E avrà modo di dimostrarlo nel finale di partita. Sabella non è contento. Nonostante il vantaggio non c'è in effetti motivo di soddisfazione. Cambia uomini e modulo. Dentro Gago e Higuain, fuori Campagnaro e Maxi Rodriguez. Difesa a quattro e Messi dietro ad Aguero e al pipita. Neanche così esce l'Argentina che ti aspetti, fino a che la pulce non decide di fare irruzione nel mondiale brasiliano a modo suo incastonando una perla che resterà nella storia del leggendario stadio carioca. Il finale si ravviva soprattutto grazie alla papera di Romero – ora lo riconosciamo – che consente alla Bosnia di sognare il colpaccio accorciando le distanze con la conclusione di Ibisevc che si infila all'85' sotto le gambe del portiere.

Indolente ma efficace. Senza inni nazionali per un problema tecnico, ma anche modernissima, perché tiene a battesimo la tecnologia del gol/no gol introdotta dalla Fifa. Francia – Honduras è una delle partite più brutte viste fin qui. Ma pur nel grigiore, e grazie alla pochezza dell'Honduras, la formazione di Deshamps archivia i primi tre punti in un girone che non dovrebbe riservarle nessuna sorpresa. Semmai i guai verranno dopo. Decisivo per innestare la marcia giusta il rigore procurato da Pogba, atterrato in piena area poco prima dell'intervallo da Wilson Palacios. Dal dischetto, Benzema spiazza il sempre incerto portiere Valladares, che costa tra l'altro il secondo giallo al centrocampista honduregno. Il resto lo fa non tanto l'abnegazione dei transalpini quanto il divario tecnico imbarazzante tra le due squadre. Al 4' della ripresa, su cross di Valbuena, arriva il raddoppio di Benzema: palla che sbatte sul palo , Valladares prova a intervenire sulla linea ma non trattiene e la palla supera di un niente, come mostrato dalla nuovo replay computerizzato, la linea di porta. Tecnicamente un'autorete del portiere. Impensabile recuperare due gol con un uomo in meno. E infatti è ancora Benzema ad esultare ribadendo in rete dopo un tiro di Debuchy rimpallato su Sissoko . La strada è in discesa. A condividere il primo posto del raggruppamento c'è la Svizzera. Colpaccio degli elvetici contro l'Ecuador con vittoria per 2-1 conquistata in rimonta e extremis nei minuti di recupero. Al gol di testa di Valencia rispondono Mehmedi, appena entrato a inizio ripresa, e l'ex della Fiorentina Sefereovic su cross di Rodriguez allo scadere.

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