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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2014 alle ore 06:35.
L'ultima modifica è del 19 settembre 2014 alle ore 09:31.

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Dottor Ghizzoni, quanti dei 7,75 miliardi che avete ottenuto ieri dalla Bce nella'ambito della Tltro, andranno davvero alle imprese?
Tutti saranno destinati al credito. Abbiamo richiesto l'importo massimo consentito per le nostre attività in Italia, la quota restante di dicembre sarà riservata a Germania, Austria e altri Paesi in cui operiamo. Anche perché siamo già pronti.

Da luglio abbiamo fatto attività di pre-marketing con le imprese, abbiamo ricevuto manifestazioni d'interesse e deliberato parte dei finanziamenti. Siamo già arrivati al 50% dei 7,75 miliardi ottenuti alla Bce. Entro pochi mesi, tutti i fondi saranno destinati alle imprese.

Con la Ltro di tre anni fa le risorse andarono soprattutto all'acquisto di Btp e di bond bancari. C'è grande diffidenza sull'uso che le banche faranno di questi fondi. Sarà diverso?
Tre anni fa c'era un problema generale di capitale delle banche che è stato risolto e questo consente alle banche di essere attive sul credito. Oggi la liquidità è abbondante. E c'è un chiaro meccanismo di controllo da parte Bce sul reale utilizzo della liquidità che deve necessariamente far crescere il credito altrimenti le banche devono restituire anticipatamente l'importo.

A chi sarà destinata la nuova tranche di credito?
La nostra scelta è chiara: la priorità andrà alle imprese che intendono fare investimenti pluriennali per sostenere lo sviluppo. Solo così si rimetterà in moto l'economia. Purtroppo la domanda di credito per investimenti è ancora debole. Ma dobbiamo sforzarci di sostenerla e di stimolarla.

Vuol dire che se la domanda di credito per investimenti fosse inferiore ai 7,75 miliardi disponibili, non li erogherete tutti?
No. Dico che è prioritario per noi, ma anche per le imprese e per il Paese, destinare la liquidità agli investimenti. Se la domanda fosse più bassa, destineremo comunque il resto alla domanda di credito a breve delle imprese. In ogni caso l'importo sarà erogato per intero in pochi mesi. Ma vorrei aggiungere che con la Tltro la Bce non ha messo con le spalle al muro solo le banche, obbligandole a destinare il credito all'economia reale, ma anche il mondo delle imprese. Mi piacerebbe vedere più coraggio tra gli imprenditori italiani nelle scelte di fare investimenti con orizzonte pluriennale. Mi rendo conto che è una sfida. Per tutti. Ma credo sia arrivato il momento di prendere qualche rischio in più.

Tutti si chiedono: le banche si finanziano in Bce al tasso agevolato dello 0,15%. Ma quanto faranno pagare il credito alle imprese?
I benefici dei Tltro li trasferiremo sostanzialmente ai clienti, che potranno finanziarsi a tassi convenienti e su livelli che non si vedevano da decenni. Per le banche, accedere alla liquidità allo 0,15% consente di abbassare il costo del funding su cui applichiamo poi il nostro margine. Il prezzo per il Tltro dunque scende, anche se non esiste un prezzo uguale per tutti ma dipende dalle classi di rating di merito creditizio delle varie aziende.

Più nel dettaglio, il nuovo credito a che tipo di imprese andrà?
La priorità è di guardare alle imprese già clienti che hanno programmi di investimento pluriennale. Ma certamente proveremo anche ad acquisire nuova clientela. Lo sforzo che dobbiamo fare, e che come UniCredit abbiamo già sperimentato, è di destinare questa nuova liquidità anche alle piccole medie imprese e non solo ai large e mid corporate con rating più elevato.

A livello europeo, la Tltro ha avuto esiti inferiori alle aspettative. Crede che in qualche misura abbia pesato l'approssimarsi dell'esito degli stress test Bce di fine ottobre?
E' possibile che alcune banche, soprattutto quelle che temono di vedersi richiesti nuovi accantonamenti su crediti, abbiano deciso di rinviare l'adesione alla prossima Tltro di dicembre, quando il quadro sarà più definito. Noi abbiamo chiesto l'importo massimo consentito e non temiamo l'esito della comprehensive assessment. Ma più in generale bisogna consentire alle banche di programmare con serenità il credito.

A cosa si riferisce?
La Bce giustamente spinge per aumentare il credito e con gli stress test punta a dare certezze al mercato. Ma già il Financial Stability Board sembra proporre per i prossimi due-tre anni un ulteriore innalzamento dei ratios patrimoniali per le banche di interesse sistemico, che il mercato immediatamente richiederebbe per l'intero sistema. Occorre un framework unico e stabile, senza il quale è difficile che le banche possano pianificare politiche efficaci di crescita del credito.

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