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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2014 alle ore 06:36.
L'ultima modifica è del 19 settembre 2014 alle ore 09:58.

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Dottor Messina, ieri in asta sono stati assegnati dalla Bce alle banche in tutta Europa 82,6 miliardi, meno del previsto. Un flop?
No, e io non mi aspettavo un esito diverso: in questa fase di rendimenti quasi a zero, alle banche non conviene prendere più di quanto non serva per un impiego immediato, a meno che non si abbiano particolari esigenze di liquidità. Le valutazioni sullo strumento della Tltro potranno svolgersi in maniera più compiuta a dicembre.

Intesa Sanpaolo ieri ha chiesto solo 4 miliardi, su un potenziale di 12,5. Perché?
Perché è quanto intendiamo impegnare di qui alla prossima asta. Per fortuna, come dimostrano i 22 miliardi di linee a medio-lungo termine che abbiamo erogato dall'inizio dell'anno, la domanda di credito è in ripresa: nei prossimi mesi ci attiveremo per pre-impiegare anche gli altri 8,5 miliardi cui abbiamo diritto e quindi ne faremo richiesta.

Qual è il suo giudizio sulla Tltro?
Lo strumento è stato disegnato in modo eccellente, perché le regole sono chiare ed è direttamente finalizzato all'economia reale. Con questa misura la Bce si è confermata l'unico soggetto in grado di affrontare la crisi con iniziative concrete, senza perdersi in inutili dibattiti.

La fase finale degli stress test, che si concluderanno tra un mese, potrebbe aver ridotto la domanda di fondi nella prima Tltro? Per molte banche, al momento, le priorità sembrano altre.
In effetti, ciò può aver spinto alcuni istituti a essere particolarmente prudenti nelle richieste, soprattutto quelli più incerti circa l'esito finale degli stress test: anche per questo, credo che valga la pena di aspettare la prossima asta. Per quanto ci riguarda, siamo molto fiduciosi e le nostre scelte, come ho detto prima, le abbiamo fatte semplicemente per una gestione ottimale della tesoreria.
In concreto, miglioreranno le condizioni del credito per le imprese?
Le Tltro sono finalizzate a sostenere il credito per le Pmi: noi, per i primi 4 miliardi che abbiamo chiesto ieri, abbiamo individuato un bacino di aziende a cui saremo in grado di offrire linee a medio-lungo termine a condizioni più vantaggiose di quelle passate. In generale, il grande merito di queste aste è quello di consentire alle banche dei diversi paesi, e di riflesso a tutti i rispettivi clienti destinatari delle risorse, di finanziarsi alle stesse condizioni, eliminando il differenziale dato dal rischio sovrano.

Basteranno le Tltro ad accelerare la ripresa?
Senz'altro è uno strumento che darà il suo contributo, e non solo perché mi aspetto che il credito a prezzi più bassi alle imprese possa stimolare nuovi investimenti. In parallelo, grazie alle Tltro mi attendo una nuova spinta al deprezzamento dell'euro: se, come credo, il cambio potrà arrivare a 1,20 sul dollaro, il contributo alla competitività del sistema produttivo, in particolare di quello italiano, sarà rilevante.

Secondo lei, potrebbe servire un quantitative easing?
Per ora no, e nemmeno a breve. Prima, aspettiamo di vedere gli effetti delle prime Tltro, le ripercussioni della nuova linea di politica monetaria della Fed e le reazioni sul mercato dei cambi. In questo momento il problema non è di liquidità, ma di consumi, di fiducia, di competitività delle imprese.

Siamo dunque di fronte a un cambio di passo di questa lunga crisi? Con lo spread sotto 150, un euro in calo sul dollaro e un sistema bancario rimesso in ordine dagli stress test, ci sono tutte le condizioni per ripartire.

Vale anche per l'Italia?
Soprattutto per l'Italia, che si trova in una situazione irripetibile. Per questo c'è da concentrare tutte le energie sulle riforme, le uniche che possono contribuire a riaccendere la fiducia degli italiani e tradurre in consumi anche solo una piccola parte di quell'immenso bacino rappresentato dal risparmio degli italiani.

Molti ritengono che si stia per perdere anche questo treno
Non sono così pessimista. C'è un elemento che mi preoccupa, e molto, che è la situazione occupazionale. Ma in generale credo che esista un potenziale molto forte nel nostro Paese e che questo possa essere rimesso in moto.

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