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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2014 alle ore 06:36.
L'ultima modifica è del 23 settembre 2014 alle ore 10:56.

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«Il Paese può ripartire, possono ripartire i cantieri, ma bisogna ridurre le frammentazioni, semplificare. Con 60 firme in calce a un verbale di accordo per l'esecuzione di un lavoro, non si va da nessuna parte». L'amministratore delegato di Fs, Michele Elia (foto), dice in un Forum con il Sole 24 Ore di accettare la sfida di commissario per le grandi opere al Sud, Napoli-Bari e Catania-Messina. «Pronti a fare la nostra parte, per investimenti e servizi di Fs passa quasi l'1% del Pil». Sulla liberalizzazione, «nessun ostacolo a Ntv, gli abbiamo dato tutti gli strumenti per operare». E per il futuro delle Fs bisogna investire sui nodi urbani, anche con i servizi di bus, e velocizzare i collegamenti fra città. Le Fs aspettano dalle Regioni 1,2 miliardi di pagamenti. La privatizzazione? «Decide il Tesoro ma resto per valorizzare l'intero gruppo». Entro dicembre un piano per collegare con l'Av i tre grandi aeroporti.

Questo forum con l'amministratore delegato delle Fs, Michele Elia, è il primo di una serie che il Sole 24 Ore farà con gli amministratori delegati di tutti i grandi gruppi partecipati dal Tesoro.

IL SOLE 24 ORE - Ingegner Elia, il presidente di Ntv, Antonello Perricone, ha detto qualche giorno fa che il tirocinio nella liberalizzazione italiana è stato un percorso di guerra, disseminato di trappole e ostacoli, quasi un Vietnam. È facile ribattere da parte sua che in altri Paesi europei sull'alta velocità non c'è concorrenza, però credo che questo non debba impedire di sperimentare una concorrenza su un investimento così importante. Le chiedo se non crede si debbano fare passi in avanti nel rapporto con il concorrente, se non siate stati direttamente o indirettamente troppo monopolisti nel rapporto con il nuovo concorrente. L'altra questione, parlando del piano industriale, è se si sia fatto un importante investimento nell'alta velocità e si sia trascurato l'investimento nel traporto locale. Qual è il programma che lei ha in mente?
ELIA - Ho seguito personalmente questa partita, quando ero alla rete ferroviaria, perché il riferimento di Ntv e dei concorrenti è il gestore della Rete, Rfi appunto, separato societariamente da Trenitalia e da tutte le altre società del gruppo, con le quali esistono solo rapporti di tipo contrattuale. Abbiamo definito un accordo-quadro, in base alle esigenze di Ntv. Quell'accordo stabilisce il numero di slot di cui avevano bisogno le attività legate al loro servizio: platee lavaggio, impianti di deposito locomotive, centri manutenzione. Nel titolo autorizzatorio, per inciso, avevano anche l'impegno a fare servizi di tipo universale. Realizzammo questo accordo-quadro su cui Rfi impegnò tra i 20 e i 25 milioni. In più loro costruirono un impianto di manutenzione a Nola. Scelsero di andare a Venezia, Torino, Salerno, le stesse di oggi. Inoltre, su Milano scelsero Garibaldi e su Roma scelsero Termini. Dopo un paio di mesi cambiammo perché scelsero di andare a Tiburtina e a Ostiense dove poi noi realizzammo la platea lavaggio: quindi modificammo l'accordo-quadro in questi termini. Poi li abbiamo seguiti nelle corse-prova dei treni che via via arrivavano. Molte volte Montezemolo diceva: il giocatore è anche l'arbitro. Ma i due giocatori sono le due imprese ferroviarie, Trenitalia e Ntv, l'arbitro era l'Ufficio di regolazione dei servizi ferroviari, poi diventata Autorità per la regolazione dei trasporti. Rfi era il padrone del campo e dei servizi annessi, spogliatoi, accesso al campo. Così si è avviato il discorso con Ntv.

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