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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2014 alle ore 06:36.
L'ultima modifica è del 23 settembre 2014 alle ore 10:56.

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Ma quale è questo ostacolo all'unbundling? Tecnologico? Finanziario?
Noi abbiamo un sistema ferroviario che dal 1905 lavora sull'integrazione tecnologica. Anche l'Alta velocità si è inserita su quel sistema. Un'infrastruttura ferroviaria a 300 chilometri all'ora non si può fare se non c'è un treno da 300 km all'ora che la testi, che la controlli e venga seguito puntualmente. Abbiamo lavorato 2-3 anni per mettere in piedi l'alta velocità dopo che era stata completata l'infrastruttura e abbiamo usato il sistema tecnologico più avanzato del mondo. Senza questo sistema integrato non dico che i tecnici di Ntv non ce l'avrebbero fatta, ma certo loro nascevano più come impresa di carattere commerciale, non con una storia tecnica alle spalle. L'alta velocità l'hanno fatta le Ferrovie dello Stato, io ho fatto tutti i test, le prove tecniche. Chi arriva oggi la trova pronta e non deve sopportare oneri e spese di nessun tipo, si trova pronto il miglior sistema che c'è in Europa. Invece ci sono studi europei che calcolano in 6 miliardi il costo per l'intera rete da un eventuale unbundling.

Quanta parte di questo costo aggiuntivo riguarderebbe l'Italia?
Non è stata fatta questa ripartizione ma considerando che siamo una delle tre grandi reti ferroviarie d'Europa, con tedeschi e francesi, penso che stiamo parlando di un costo dell'ordine di un miliardo.

Voi operate in un contesto europeo conservatore sulle liberalizzazioni fra direttive molto prudenti, resistenze degli Stati e delle stesse grandi imprese ferroviarie. Voi stessi usate in funzione difensiva l'argomento che l'Italia è l'unico Paese ad avere concorrenza sull'Alta velocità. L'esperienza italiana andrebbe invece considerata positiva per il fatto che ha stimolato Trenitalia a svolgere un servizio che diversamente non avrebbe svolto, almeno a questi livelli di cadenzamento, di tariffe e di qualità del servizio (e anche di bilanci societari). Perché c'è tutta questa resistenza in casa vostra, negli Stati, nelle altre grandi imprese ferroviarie europee?
La liberalizzazione a noi ha fatto bene, non ho mai detto il contrario. L'intervento di Ntv per noi è stato positivissimo. Ho solo voluto spiegare la storia fino a oggi. Da quando è entrata Ntv, noi abbiamo fatto un lavoro incredibile sui treni. È così che Trenitalia ha vinto il premio in Europa come miglior servizio sull'alta velocità. Quindi la qualità del servizio è dovuta principalmente all'ingresso di un competitor sull'alta velocità e questo è stato per noi un vantaggio competitivo.

E il trasporto locale? Siete in ritardo lì.
Anche sul trasporto locale siamo per la completa liberalizzazione. Per le gare. Però quello che dico è che prima di fare le gare dobbiamo risolvere alcuni problemi: il materiale rotabile, le clausole contrattuali, le clausole sociali, cioè tutto questo mondo che ha bisogno di partire. Se si partisse oggi prima di tre anni e mezzo non ci sarebbe una sola nuova impresa a fare questo tipo di servizio. L'Emilia Romagna sta andando in gara in questi giorni: per tutto il bacino fa una gara che dura sedici anni, più altri cinque, una cosa enorme. In Germania, dove noi siamo impegnati con la società Netinera (che ha 4mila persone) su quattro Lander, fanno le gare ma le aree forti, le aree metropolitane le danno a Deutsche Bahn. Noi siamo per la completa liberalizzazione. Per il rapporto con gli altri competitor europei - che nel settore merci sono venuti in Italia a fare servizio avendo più disponibilità finanziarie di Trenitalia - bisogna avere la reciprocità. Tu vieni da me, io posso venire da te.

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