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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2014 alle ore 06:36.
L'ultima modifica è del 23 settembre 2014 alle ore 10:56.

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Che vuol dire mettere a posto?
Creare le condizioni per cui puoi aumentare capacità, puoi gestire meglio l'arrivo dei treni nelle grandi aree metropolitane. Oggi tutta la concentrazione di questi treni avviene tre le 7 e le 8. Basterebbe anche cambiare di un quarto d'ora o di mezz'ora l'orario, non so, dell'università, degli ospedali, per poter diluire e alleggerire. Non è un intervento solo infrastrutturale o impiantistico, ma organizzativo.

Non è esattamente quello che in qualche modo sta chiedendo il Comune di Roma?
Sì, glielo abbiamo detto già dall'anno scorso.

Però loro adesso sostengono che c'è un momento di blocco su questa discussione, con il cambio di Moretti.
Se è un modo per dire "muoviti", va bene.

L'assessore ai Trasporti di Roma Improta sul nostro giornale ha esattamente portato all'attenzione questo tema: addirittura proponeva di fare una società mista tra le società del Comune, le società dei trasporti dell'hinterland e una società o una divisione regionale delle Ferrovie, per mettere a fattor comune le strutture con l'obiettivo principale di ridurre il traffico su gomma e trasformare le linee regionali ferroviarie in qualcosa che è molto simile a una tratta metropolitana.
Ne stiamo parlando. Stiamo chiedendo alla Regione quello che noi chiamiamo accordo-quadro, che stabilisce quelle che sono le richieste del governo locale e centrale, quante tracce vogliono da Tivoli a Roma e il numero di tutti gli slot nel nodo. Questo consente anche di pianificare, se dicono che oggi ne vogliono otto e l'anno prossimo dieci su quella relazione. So quali interventi infrastrutturali devo fare e quali servizi. Con molte regioni lo abbiamo fatto. Tutto questo costringe i governi locali a definire esattamente quali sono le esigenze del futuro, perché io non le so.

Questo vostro piano di investimenti quanto vale per il Pil italiano?
Nel piano industriale 2014-2017 abbiamo programmato investimenti per 25 miliardi, oltre 6 miliardi l'anno. Di questi 9 sono in totale autofinanziamento, 6 per Trenitalia, tre per Rfi. Anche con lo sblocca-Italia stanno arrivando fondi per l'alta velocità Torino-Venezia, il Brennero, il terzo valico. Sono quasi mezzo punto del Pil italiano con i soli investimenti, che diventano quasi un punto, fra 0,8% e 1%, se consideriamo anche l'attività di trasporto e di servizio che svolgiamo e l'indotto che attiviamo.

Due domande sul nodo di Milano. La prima: uno dei problemi a Milano è il collegamento da Centrale a Garibaldi, dove oltre ai treni pendolari ci sono adesso anche i treni ad alta velocità Roma-Torino, ci sono i collegamenti per Malpensa, ecc. Nel vostro piano infrastrutturale sui nodi che ha citato c'è qualcosa su questo?

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