Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2011 alle ore 16:10.
Chi ami i neologismi può dire"resettare".Chi preferisca la Crusca può scegliere "riordinare". Questi termini si usano, per esempio, per indicare che cosa fare quando un computer non funziona. Ma si può generalizzare. Cancellando le scorie accumulate nel tempo, si può mettere in ordine l'auto, un sassofono o una cucina. E per la Commissione europea è tempo di dare una bella ripulita anche alla lista di priorità degli stati membri. Adottando l'Agenda Digitale. Migliaia di italiani sono d'accordo: come dimostra il numero di firme giunte al sito agendadigitale.org.
Certo, le incrostazioni che frenano l'Europa sono tanto estese che il lavoro sarà enorme. Ma la proposta strategica della Commissione ha il pregio di formulare una prospettiva chiara e percorribile. Del resto, è dimostrabile l'urgenza avvertita dai giovani, dalle imprese, dalle regioni e i distretti europei: un progetto forte per crescere non può che partire dall'ammodernamento dell'infrastruttura, delle norme e della cultura degli europei in relazione alle tecnologie che trascinano la gran parte dell'innovazionecontemporanea.
Perché nell'epoca della conoscenza, in un contesto economico prevalentemente post-industriale, il valore si concentra sulla dimensione immateriale dei prodotti – sul loro contenuto di ricerca, di immagine, di informazione, di senso – e rende indispensabile un'accelerazione della capacità europea di innovare nel digitale, il settore che più di ogni altro appare destinato a influire sulla gestione dell'informazione.
L'Europa propone otto grandi temi prioritari: unificare il mercato dei beni digitali, garantire l'interoperabilità delle tecnologie e la standardizzazione, investire nelle soluzioni che servono alla sicurezza, accelerare potentemente la velocità dell'infrastruttura di rete, coltivare la ricerca e l'innovazione, alimentare l'educazione dei cittadini, sostenere le applicazioni del digitale che hanno obiettivi socialmente utili, favorire l'internazionalizzazione. Molti stati hanno aperto la strada: dal Regno Unito all'Olanda, dalla Svezia alla Finlandia, i battistrada stanno già ottenendo risultati importanti, sebbene parziali. Nessuno ha infatti un'agenda tanto completa quanto quella che propone la Commissione. Ma ben pochi hanno un'agenda digitale tanto povera quanto quella dimostrata negli ultimi dieci anni dall'Italia, che ha dedicato molta più attenzione alla televisione digitale terrestre che all'internet a larga banda, agli investimenti in ricerca o all'alfabetizzazione informatica dei suoi cittadini.