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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2011 alle ore 15:58.

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Hacker (Fotogramma)Hacker (Fotogramma)

Un programma dannoso in grado di auto riprodursi. Questa la definizione classica di virus, cui fanno eco quella relativa ai trojan (un programma dannoso che non si riproduce) e quella coniata per i worm (un virus che si diffonde tramite la rete). Definizioni a parte, tutti o quasi gli utenti di computer, anche quelli meno avvezzi alla tecnologia, sanno che dai virus bisogna in qualche modo difendersi per evitare di allungare la lista di chi è vittima degli attacchi informatici. Perché oggetto di furto di dati personali e password o perché inconsapevolmente parte di una "botnet", di una rete di computer infetti.

E se di virus si parla sempre più spesso, l'occasione per farlo ancora una volta è questa volta unica, visto e considerato che sono passati 40 anni esatti dall'apparizione del primo programma virale per pc. Si chiamava Creeper e la sua data di nascita risale per l'appunto al 1971. Nulla di complesso o particolarmente nocivo e caratterizzato da un messaggio visualizzato sullo schermo dei sistemi infetti che recitava così: "I'm the creeper, catch me if you can!".

I software «cattivi» sono diventati sempre più ingegnosi e pericolosi. Per arrivare dove? Quest'anno, il malware compie quarant'anni. Nòva24 in edicola giovedì 31 marzo ripercorre la storia (e il futuro) dei virus.

Le tecniche di ingaggio degli hacker si sono sensibilmente evolute e con esse anche la portata delle minacce scagliate via Web: nel 1990 i virus catalogati dalla società di sicurezza informatica erano circa 1.300, nel 2000 arrivarono a 50mila e oggi superano quota 200 milioni. Nel susseguirsi delle minacce che hanno messo in allarme milioni e milioni di persone ci sono molti aneddoti ed eventi che costituisconi vere e proprie tappe fondamentali della storia di questo fenomeno. Melissa, per esempio, è stato il primo esemplare della nuova specie di virus ed è salito alla ribalta nel 1999. Mytob, invece, è nelle cronache informatiche per aver aperto, nel 2005, l'era delle botnet. Con Stuxnet, la cui missione è quella di disattivare fisicamente un sistema industriale, si è toccato infine, l'anno passato, l'apice del significato di cyber criminalità, di azione volontaria a scopo non solo di lucro ma anche politico. I virus, strada facendo, sono diventati anche un fenomeno mediatico e la scoperta avvenuta giusto ieri l'altro (da parte di Trend Micro) dell'identità segreta del cyber criminale responsabile di una serie di botnet (fra cui la nota Tequila) messe a punto per colpire gli utenti di Cile e Messico ha riempito le pagine di siti, blog tecnologici e non solo. Come dire: gli attacchi informatici fanno notizia, oltre che seri danni.

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