Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2011 alle ore 07:59.

My24
«Diaspora» televisiva, vince la frammentazione«Diaspora» televisiva, vince la frammentazione

Chi la dava per morta, umiliata dal levarsi di tutti i giovin astri della tecnologia – iPad in testa – si sbagliava. Perché la regina del salotto è sempre lei: nostra signora la televisione, pur con una fruizione più "frammentata" rispetto a un tempo, con i contenuti che arrivano dal "sottosuolo" del digitale terrestre, dall'alto del satellite e dalla quarta dimensione del cyberspazio.

E se è vero che Youtube sta diventando uno dei più grandi broadcaster del pianeta, con 2 miliardi di visualizzazioni al giorno e 24 ore di video caricati ogni minuto (sì, ogni minuto), a parlar chiaro ci sono i dati dell'Auditel rielaborati dallo Studio Frasi e passati al setaccio dal Sole 24 Ore: in undici anni gli ascolti televisivi sono cresciuti nel complesso del 15%, passando dai 10 milioni di telespettatori del 2000 agli oltre 11 milioni e mezzo del 2011 (rilevazione primo trimestre 2011 su primo trimestre 2000, periodo 1° gennaio-23 marzo).

A lievitare, però, non sono stati i canali generalisti Rai e Mediaset, invece calati dell'11% con una diaspora di oltre un milione di persone – anche se Rai Uno e Canale 5 rimangono in cima alla classifica delle reti – ma i nuovi network tematici.

Oggi in Italia sei italiani su dieci (il 61,4%) guardano il piccolo schermo sulla piattaforma divenuta dominante: il digitale terrestre. La torta complessiva dei telespettatori è di 11,5 milioni di persone, che è l'audience media sulle 24 ore. Poco più del 16%, invece, è sul satellite, che significa soprattutto Sky e in minima parte Freesat. Rimangono due milioni e mezzo di utenti ancora legati al segnale analogico in quelle dieci regioni non ancora in odore di switch off, che dovrebbe essere completato entro l'anno prossimo, nonostante il pressing per giocare d'anticipo dell'Agcom (le regioni ancora analogiche Liguria, Marche, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia).

Ma chi vince tra i canali? Partiamo dalla "decadente" tv generalista, che mostra in verità alcune sorprese. Mettendo a confronto il trimestre (sempre 1° gennaio-23 marzo 2011) con lo stesso periodo dell'anno 2000, si vede come Rai 1 abbia perso solo l'1% degli ascolti, rimanendo comunque l'emittente più vista, seguita da Canale 5, che invece ha lasciato sul terreno il 9% di share. Sempre rispetto a dieci anni fa, la sorpresa è il grande balzo di Rai 3 (+15%) con 985mila telespettatori, che all'inizio di questa primavera ha battuto definitivamente Italia 1, scesa in un decennio del 14% a 919mila utenti.

Passando invece alle piattaforme digitali e ai nuovi canali, la solfa cambia poco. La Rai con i suoi canali tematici – da Gulp a Rai 4 – rimane al top con un'audience nel trimestre di quasi 488mila persone e uno share del 4,27 per cento. Al secondo posto il Biscione di Cologno Monzese con 482mila telespettatori con canali come Mediaset Premium, Iris e La5 (share complessivo del 4,22%). Al terzo posto il satellite di Sky, con ascolti di 408mila utenti e uno share del 3,58 per cento. Curioso notare, tuttavia, che se a questi si aggiungesse Fox, la quarta emittente della classifica sempre di Murdoch, Sky arriverebbe a battere sia Viale Mazzini e sia Mediaset, con un'audince di oltre 583mila spettatori e uno share del 5,12 per cento.

Eppure al di là di questi numeri, l'altro tema fondamentale è quello del motore economico delle televisioni, la pubblicità. Se è vero che, in termini di presenze e ascolti Sky è monopolista sul satellite (al netto di Tivùsat), Mediaset è il dominus incontrastato dell'advertising. Secondo i dati Nielsen nel mese di gennaio il totale degli spot televisivi valeva oltre 340,5 milioni di euro, in crescita dell'1,6% sul 2010 (e su un totale di tutti i media, dalla stampa alla radio a internet, di 563 milioni, pari a 8,62 miliardi sull'intero anno). Ebbene, nonostante nel primo mese dell'anno lo share di Mediaset si sia abbassato a livello tendenziale di una quota tripla rispetto alla Rai (pubblico a -6% per Cologno contro il -2% di Viale Mazzini), le reti della famiglia Berlusconi hanno visto crescere la quota pubblicitaria dal 63,8% al 65,2%, mentre la raccolta della Rai è scesa dal 25,7% di gennaio 2010 al 24,3% di gennaio 2011.

Per riassumere: con oltre il 41% degli ascolti totali la Rai controlla "solo" il 24% del mercato pubblicitario, invece Mediaset con il 37% degli ascolti si porta a casa oltre il 65% degli spot. E per i 60 canali a marchio Sky e Fox? Secondo Nielsen, share in crescita del 2,5% a gennaio 2011 su gennaio 2010, ma la quota della torta degli spot è scesa dal 5,9 al 5,1 per cento.

http://danielelepido.blog.ilsole24ore.com

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi