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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2011 alle ore 14:50.

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Microsoft denuncia Google all'Antitrust Ue: posizione dominante nel search (Reuters)Microsoft denuncia Google all'Antitrust Ue: posizione dominante nel search (Reuters)

L'oggetto della discordia sono i servizi di ricerca e di search advertising, terreno dove Google ha fondato la sua fortuna e dove domina incontrastata. Da ieri sera la casa di Mountain View ha però dovuto ufficialmente aprire la pratica che riguarda la denuncia depositata da Microsoft all'autorità Antitrust Ue per la posizione dominante della rivale nel mercato europeo della ricerca on line.

I vertici di Redmond hanno quindi deciso di rompere gli indugi e dato mandato ai legali di procedere contro il colosso californiano, reo – questo il succo dell'accusa – di impedire ai concorrenti di operare liberamente. È il caso per esempio dei Windows Phone, di fatto inibiti dal potersi interfacciare correttamente con YouTube, ma sono anche altri i punti che secondo Microsoft (e non solo Microsoft) regalano a Google il dominio in questo campo, vedi per esempio l'impossibilità di affidarsi a più concessionari pubblicitari o di utilizzare i dati di AdWords su altre piattaforme. Microsoft, questo riportano i media americani, avrebbe addirittura in mano la prova di contratti vessatori che obbligherebbero alcuni siti a non utilizzare strumenti di search e servizi di e-mail della concorrenza e sarebbe nella condizione di dimostrare che Google sta cercando illecitamente di bloccare l'accesso ai contenuti degli editori di libri e imponendo ai suoi investitori restrizioni per accedere ai dati delle campagne pubblicitarie memorizzate nei server di Mountain View.

Il General Counsel di Redmond, Brad Smith, ha sintetizzato nel suo blog il motivo dell'azione: "la nostra denuncia di oggi riguarda una serie di decisioni che Google ha preso per trincerare il suo dominio nei mercati della ricerca on line e della pubblicità a scapito dei consumatori europei". I dati, citati dal manager di Microsoft, parlano in effetto chiaro: in Europa la quota di mercato di Google è del 95%, mentre negli Usa scende al 75% e la parte rimanente torta se la dividono la stessa Microsoft e Yahoo!. Per contro, a Mountain View hanno accolto la notizia con molta tranquillità e tramite i suoi portavoce Google ha fatto sapere pubblicamente di non essere "sorpresa dall'iniziativa" e da parte propria "continua a discutere della questione con l'Unione europea per illustrare in modo trasparente come funziona il suo business nei servizi di ricerca on line". La linea è del resto quella dettata qualche settimana fa dal Ceo Eric Schmidt, che dalle colonne del The Sunday Telegraph aveva ribadito l'intenzione della compagnia di cooperare con l'organo Antitrust di Bruxelles per trovare un accordo volto a chiudere in modo definitivo l'indagine avviata a febbraio dall'autorità Ue. Indagine decisa sin da novembre e avente il fine di verificare i reali termini dei contratti siglati con i publisher per i servizi di search advertising gestiti tramite la piattaforma AdSense e la conseguente eventuale violazione delle leggi comunitarie in materia di concorrenza.

Google insomma è convinta di poter evitare la sorte toccata a Microsoft – punita dall'Antitrust con una sanzione da 1,68 miliardi di dollari per la posizione dominante esercitata nei sistemi operativi per computer con Windows per favorire l'adozione del browser Internet Explorer – ma da ieri pende sul suo capo un'accusa formale, che gli organi Ue non possono che recepire e andare a processare secondo quanto previsto dalle normative della Commissione Europea.

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