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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2011 alle ore 07:52.

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Il valore dell'asta per le frequenze del dividendo digitale può essere stimato tra i 4,4 e i 7,5 miliardi di euro. Quasi il triplo di quanto fissa, come obiettivo, la legge di stabilità 2011. Per gli operatori mobili il valore della porzione di spettro radioelettrico che sarà loro assegnato è di circa 28 miliardi di euro. Valore pari al costo per costruire nuovi siti cellulari senza l'assegnazione di tali frequenze (24 miliardi) più la differenza dovuta alla loro costruzione su una banda diversa da quella UHF oggi in uso da parte delle tv locali. Sono le conclusioni di un ponderoso studio di TivùItalia spa, operatore di rete televisivo controllato da Screen Service.

Lo spettro radioelettrico è diventato, per gli operatori mobili, una risorsa scarsa con l'avvento del digitale. La soluzione? Mettere a disposizione frequenze tramite asta pubblica al miglior offerente. Così è stato, in Italia, per l'Umts nel 2000 e il Wi-Max nel 2008. La banda UHF, oggi interamente utilizzata dalle televisioni, ha le migliori caratteristiche – come copertura e propagazione del segnale, anche nella abitazioni – per costruire reti con un minor numero di postazioni e offrire servizi come la banda larga mobile. Si deve far fronte ad una domanda di connettività in crescita esponenziale. Il fattore principale è l'introduzione di terminali come l'iPhone e l'iPad o l'ingresso nel mondo del mobile di Google con il sistema operativo Android, con il calo dei prezzi di cellulari e computer. Un altro fattore di accelerazione del traffico mobile è il proliferare dei social network, da Facebook a Twitter, che stanno trasformando Internet in un mezzo per comunicare tra persone. Uno studio dell'agenzia indipendente di pubbliche relazioni Ruder Finn mostra come gli americani investano in media circa 2,7 ore al giorno per consumare Internet in mobilità. Non solo: il 91% lo fa per comunicare o socializzare rispetto al 73% di chi si collega dal pc di casa.

Entro il 2014, insomma, il traffico dati in mobilità crescerà intorno alle trenta volte rispetto all'attuale. Secondo uno studio dell'Itu, l'International Telecommunication Union, 68 persone su cento, nel mondo, hanno una sottoscrizione a una linea mobile rispetto al 12% dell'anno 2000. Un dato impressionante, pur dovendo valutare la duplicazione degli abbonamenti e quelli inattivi. Dopo l'introduzione dell'iPhone da parte di Apple, nel 2007, il traffico sulla rete mobile di AT&T, che per prima ha offerto in esclusiva l'iPhone, è cresciuto del 5000% in tre anni.
Si va verso una società connessa ovunque e sempre, con reti ad alta capacità. Secondo un Report della Banca Mondiale ad ogni 10% di aumento della banda larga mobile corrisponderà una crescita del Pil dell'1,21% nei paesi ad alto reddito e dell'1,38% in quelli a reddito medio-basso. Secondo uno studio Spectrum Value and Partners, assegnare sino a 100 Megahertz di banda UHF agli operatori telefonici mobili comporta, in Europa, un maggior valore economico tra i 63 e i 165 miliardi di euro. In Italia, secondo il rapporto per la commissione Ue dalla stessa Spectrum, destinare 80 Megahertz (60 effettivi, calcolando gli intervalli tra le frequenze) alla banda larga mobile comporta per l'economia nazionale una creazione di valore che va dagli 11 ai 19,6 miliardi, a seconda della domanda di traffico dati: secondo TivùItalia sarà proprio di 19,6 miliardi, vista l'attuale crescita.
Secondo una stima prudente sulla crescita del traffico dati, infine, lo spettro attualmente allocato in Italia andrà in saturazione nel 2013 mentre i 60 Mhz del dividendo digitale lo saranno nel 2015, quando dovrà essere liberata un'ulteriore porzione di spettro.

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