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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2011 alle ore 16:45.

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Donare alla scienza il proprio corpo dopo la morte? Anche l'Italia prepara una legge (Corbis)Donare alla scienza il proprio corpo dopo la morte? Anche l'Italia prepara una legge (Corbis)

Disporre che il proprio corpo, dopo la morte, finisca sul tavolo operatorio delle facoltà di medicina, per preparare i buoni chirurghi del futuro, prima di essere restituito ai familiari, in condizioni «civili e rispettose della dignità».

È la nuova normativa (4 i progetti di legge presentati finora) su cui sta lavorando la commissione Affari Sociali della Camera, per regolamentare e promuovere la donazione della propria salma alla scienza, visto che la pratica della «dissezione di cadavere» è attualmente in disuso, nonostante all'unanimità le società scientifiche ritengano che sia «insostituibile». Intanto ci sono già numerosi potenziali donatori: a Torino un centinaio di cittadini hanno redatto un loro testamento, indicando nel Laboratorio per lo Studio del Cadavere diretto da Lorenzo Varetto, il luogo di destinazione della loro salma, una volta passati a miglior vita. A raccontarlo è lo stesso Varetto, medico legale, che dal 2001 dirige il laboratorio, e che negli anni scorsi si è fatto portavoce di una campagna proprio in favore della donazione volontaria. Centri simili, riferisce Varetto, sono attivi anche «a Varese, Arezzo e Bologna».

Tornando alla legge allo studio, l'ipotesi al vaglio è quella della «donazione volontaria» e che ha come linea guida, sottolinea il relatore, Gero Grassi, «il rispetto totale e la dignità del corpo, anche se morto». I vincoli, infatti, saranno quelli «dell'integrità della salma» e della sua «riconsegna» alle famiglie, una volta terminati gli studi. Se al momento, infatti, l'uso del corpo post mortem è disciplinato dal regolamento di polizia mortuaria, mancano però norme specifiche per manifestare la propria volontà al riguardo, così come si può fare, invece, per la donazione di organi.

Sarà, insomma, un nuovo testamento, che non dovrebbe trovare però intoppi nel suo cammino parlamentare, visto che le proposte arrivate all'attenzione dei deputati sono firmate da quasi tutti i gruppi e che si è registrata, nelle prime sedute sull'argomento, una volontà 'bipartisan' di andare incontro alle esigenze del mondo scientifico. Le società sentite dalla commissione in un primo giro di audizioni informali, si sono dette favorevoli all'ipotesi legislative, sottolineando come lo studio su cadavere sia «una possibilità di apprendimento, di formazione e di perfezionamento del tutto insostituibile».

La proposta del relatore «Donazione del corpo post-mortem a fini di studio e di ricerca scientifica» prevede la stesura di un testamento olografo (senza necessità di andare dal notaio) in cui si dichiara la propria volontà; che i centri vengano identificati dal ministero della Salute, insieme al Miur e d'intesa con la Confernza Stato-Regioni (e si pensa a «4 o 5 centri in Italia»); che la restituzione della salma avvenga entro «un anno», in «condizioni dignitose» (anche se sul punto è aperta la discussione), con lo spese di trasporto a carico della struttura che le riceve; che siano promosse campagne informative per sensibilizzare i cittadini.

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