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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2011 alle ore 10:29.

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La musica nella cloud di Apple sarà a pagamentoLa musica nella cloud di Apple sarà a pagamento

Siamo ancora nel campo delle indiscrezioni e quando in ballo c'è un prodotto o un servizio di Apple non si può mai dire. Sembra però molto probabile che la versione cloud di iTunes, il servizio ormai prossimo al debutto che permetterà di archiviare musica on line (tanto i brani acquistate nel negozio digitale di Apple quanto quelli delle proprie librerie musicali) e ascoltarla in streaming, da qualsiasi dispositivo connesso e appoggiandosi ai server della società di Cupertino, sarà a pagamento. O comunque sarà gratuito solo per un periodo iniziale.

Di cifre precise ovviamente non ce ne sono e per avere un'idea di quanto potrà costare agli utenti il servizio occorre affidarsi a quanto riportato nei blog specializzati. Per usufruire di iTunes cloud servirebbero in tal senso 20 dollari l'anno, e cioè qualche dollaro in meno di quanto potrebbe costare l'equivalente servizio di Google, Music. Per entrambi il riferimento cui guardare è ovviamente Amazon Cloud Drive, che offre 5 GByte di spazio di archiviazione gratuito (per file musicali ma anche foto, video e documenti), con la possibilità di arrivare a 20 GByte con l'acquisto di un album dall'Mp3 store del gigante dell'e-commerce, e di riprodurre in streaming le canzoni, tramite il Cloud Player, sia via Web che tramite dispositivi a piattaforma Android.

Apple, a quanto sembra, si sta quindi preparando a scendere in campo e in tal senso, dopo aver completato i lavori del data center in Nord Carolina costato un miliardo di dollari, avrebbe già prenotato 12 Petabyte di spazio di storage sul sistema Isilon di Emc per poter offrire agli utenti del nuovo servizio la capacità necessaria per archiviare le proprie compilation. In buona sostanza, iTunes cloud è molto simile ad Amazon cloud Drive e si tratta solo di capire ora come Apple decida di lanciarlo: facendo leva sugli accordi già in essere con le case discografiche (si parla di due accordi ad hoc ufficialmente siglati ma non ancora annunciati, di cui uno con Warner Music Group) oppure inventandosi un nuovo modello di offerta che non scontenti troppo le major, fino a oggi abbastanza restie a firmare nuovi accordi (il discorso vale anche, se non soprattutto, per Google) per i servizi musicali nella nuvola. Ultima curiosità che anima il dibattito: chi fra Cupertino e Mountain View arriverà per prima sul mercato. Stando all'agenzia Reuters, Apple avrebbe già completato il lavoro riguardante la parte di storage e quindi riuscirà a lanciarlo prima di Google.

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