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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2011 alle ore 11:14.

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La cifra in sé, circa 11 milioni di dollari, può sembrare anche modesta. In realtà il problema è assai grave, e la denuncia arriva dal Federal Bureau of Investigation (l'Fbi), perché riguarda denari sottratti alle aziende statunitensi tramite bonifici non autorizzati con destinazione Cina.

Ciò che i cyber criminali stanno operando sul suolo americano è in buona sostanza una vera e propria frode, che minaccia di compromettere le credenziali bancarie di migliaia di piccole e medie organizzazioni.
Fra marzo 2010 e aprile 2011 sono stati infatti registrati almeno 20 episodi di phishing analoghi, che hanno visto il furto dei dati bancari di altrettante aziende e successivo trasferimento di denaro – con importi minimi di 50mila dollari fino a un massimo di oltre 980mila dollari - verso imprecisati beneficiari cinesi.

Chi possa essere il mandante di queste azioni è ovviamente al momento ignoto e non è noto neppure se i conti sui quali sono stati depositati i trasferimenti sono intestati a persone fisiche o organizzazioni cinesi o se si limitano a transitare dai server cinesi per poi essere trasferiti altrove. Pare comunque che l'attacco malware possa essere ricondotto a virus già noti, quali Zeus, Backdoor.bot e Spybot.

L'escamotage inventato dagli hacker era più o meno il seguente: le imprese oggetto di attacco venivano artificiosamente rese intestatarie di conti correnti presso alcune banche cinesi e i bonifici venivano quindi effettuati apparentemente sottoforma di trasferimenti di denaro interni all'azienda stessa. L'entità del danno accertato dall'Fbi, al momento, ammonta per l'appunto a circa 11 milioni di dollari ma si tratta di una cifra che poteva essere già molto superiore, e più precisamente almeno doppia secondo le ricostruzioni dell'Agenzia federale Usa.

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