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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2011 alle ore 06:49.

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Gregor Mendel È CONSIDERATO IL PADRE DELLA MODERNA GENETICA

È un sorso di birra frutto di cinque anni di ricerca quello con il null-LOX, la varietà di orzo selezionata nei laboratori del Carlsberg Research Center. Una varietà, realizzata con la tecnica dell'impollinazione incrociata, che resiste agli attacchi dei parassiti, ma soprattutto che produce una birra che rimane fresca più a lungo.
Birgitte Skadhauge, direttore per la ricerca sulle materie prime dei laboratori danesi Carlsberg, ci tiene a precisare che la tecnica dell'impollinazione incrociata non è Ogm e «non presenta alcuna differenza» da quella usata da Gregor Mendel per i suoi famosi piselli. Le nuove varietà vengono infatti prodotte facendo incontrare le antere cariche di polline con gli stami delle piante madri.
Questa tecnologia, utilizzata da Carlsberg fin dal 1930, non è l'unico metodo per migliorare i geni delle specie vegetali utili all'uomo. Tra queste metodiche, come racconta la professoressa Maria Lodovica Gullino, Direttore del Centro di Competenza per l'Innovazione in Campo Agro-ambientale Agroinnova di Torino, per molto tempo vi è stato anche l'utilizzo della radioattività. Negli anni 50 e 60, per modificare il patrimonio genetico del grano lo si irradiava, «andando poi a vedere cosa era successo». Questa tecnica permise di originare nuove ottime varietà. Il problema, spiega Gulino, è che in questo modo si producono anche delle mutazioni che non si vedono, «mentre con l'ingegneria genetica si opera selettivamente sui geni di interesse». Ingegneria genetica che non è solamente la tecnica del Dna ricombinante, quella associata agli Ogm, ma ogni tecnologia che interviene sul Dna in maniera mirata.
Una delle tecniche interessanti da questo punto di vista, spiega ancora Gullino, è la cisgenetica, che sposta geni appartenenti alla stessa specie. Gli obiettivi che i ricercatori si pongono non riguardano solamente la resistenza alle malattie o l'aumento dei raccolti ma, come racconta Paolo Marchesini, responsabile delle relazioni istituzionali per il Sud Europa di Pioneer Hi-Bred, si propongono di «ridurre le fluttuazioni delle rese e raddoppiare la velocità del miglioramento genetico». Occorre infatti riuscire a dare maggiori garanzie agli agricoltori e aggirare il ciclo annuale delle piante. Le tecniche sviluppate e utilizzate da Pioneer Hi-Bred sono diverse. Tra queste vi è ad esempio il sistema «Accelerated Yield Technology-AYT», che sfrutta in maniera sinergica le diverse informazioni genetiche; la «Laser-Assisted Seed Selection - LASS», ossia la selezione del seme assistita dal laser per conoscere le caratteristiche di ogni singolo seme della pianta prima ancora di seminare o il «Gene shuffling», una metodica che stimola l'attività dei geni ritenuti più interessanti.
Accanto a queste vi è poi l'uso intensivo della selezione assistita da marcatori molecolari (Marker assisted selection - Mas): una tecnologia ormai matura che ha permesso di migliorare le culture di molti alimenti. «La velocità di elaborazione dei marcatori – spiega Marchesini – nell'ultimo decennio è aumentata di mille volte». Accanto a queste metodiche andrebbero anche inserite quelle sul Dna ricombinante, o transgeniche, oggi in Europa molto regolamentate. Una regolamentazione che finisce anche per colpire i metodi non trans: dalla cisgenetica al gene shuffling. «È come avere un tavolo al quale manca una gamba», suggerisce Marchesini. La sfida è chiara: cibo sufficiente per l'umanità di domani.

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La birra è più fresca con l'orzo selezionato
Come ti modifico la pianta
Impollinazione incrociata
Accelerated Yield Tech.
Dna ricombinante
Marker Assisted Selection
Cisgenetica
Selezione del seme con laser
Radioattività
Gene shuffling
È la tecnica tradizionale già utilizzata nel XIX secolo. Si prelevano le antere maschili col polline che poi vengono fatte incontrare con gli stami delle piante madri per ottenere una nuova varietà.
Si interviene sul patrimonio genetico dei vegetali aggiungendo o sostituendo geni specifici in maniera mirata, in modo da favorire la produzione di caratteristiche desiderate.
Simile a quella del Dna ricombinante, utilizza solo geni appartenenti alla stessa specie. Imita la selezione naturale favorendo la velocità di miglioramento genetico.
Usata negli anni 50, modifica il patrimonio genetico delle piante bombardandole con radiazioni in modo da favorire la produzione di mutanti tra cui selezionare quelli interessanti.

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