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Questo articolo è stato pubblicato il 16 agosto 2011 alle ore 08:20.

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È un'estate davvero calda per il mondo degli smartphone e del "mobile": l'operazione Google-Motorola potrebbe ridisegnare la geografia di questo mercato. Big G acquistando la divisione mobility dell'ex-colosso delle tlc e dei telefonini entra di fatto nel settore dei device con una mossa rischiosa: abbinare hardware e software, in una manovra tentata altre volte in diversi campi dell'ict da grandi colossi dell'hi-tech che però hanno, il più delle volte, scontato clamorosi insuccessi.

Finora Google si era "accontentata" di dominare il mondo smartphone proprio con il software, ovvero con Android, il suo sistema operativo libero, e ha tentato sortite nei device proponendo due prodotti, il Nexus One realizzato da Htc e il Nexus S costruito da Samsung. I due modelli non hanno avuto un successo travolgente, al contrario dei dispositivi con cuore "androide" costruiti proprio dai giganti coreani Samsung ed LG e dalla taiwanese Htc.

Motorola, invece, a partire da Milestone (Droid negli Usa) ha cercato di risalire la china nella telefonia mobile dopo la grave crisi che l'ha portata negli anni scorsi letteralmente a evaporare, incapace sia di replicare l'enorme successo del suo cellulare Razr sia di abbracciare in modo sensato e concreto il mercato degli smartphone. Ora Motorola potrebbe avere una possibilità in più, almeno negli Usa, dove il suo marchio ha ancora valore, meno in Europa e in Italia, dove la sua reputazione è ai minimi.

Il dubbio che l'abbinata non sia necessariamente vincente è legittimo, anche perché nel settore degli smartphone contano tantissimo il design (e Motorola non ha dato recetemente prove straordinarie) sia il fattore moda, perché lo smartphone "figo", leggasi iPhone o Android top di gamma, fa status e conta ben di più delle App.

Di sicuro con questa mossa Google si mette in casa un enorme magazzino di know-how, capacità progettuali, tecnologie e, soprattutto, rapporti con gli operatori, in grado di impensierire sia Apple, che con iPhone sta diventando un vero monopolista dai contorni messianici, sia quella Nokia che, per uscire dalla sua grave impasse nel settore dei cellulari evoluti, ha abbracciato Microsoft e il suo sistema operativo Windows Phone. Quest'ultimo deve ancora dimostrare di essere tecnicamente valido (la nuova edizione nota in codice come Mango sembra però migliore della precedente). La finlandese spegnerà i motori del suo leggendario Symbian a partire dal prossimo anno e sono in molti a credere che l'abbinata Microsoft-Nokia sarà deleteria anche perché al momento appare del tutto priva di una qualsiasi carica modaiola ed emozionale. Insomma non tocca quelle corde che Apple sa sapientemente toccare e che Google con Android sta imparando a comprendere.

Il colosso di Mountain View con l'operazione "Moto" accetta anche un grosso rischio: indispettire partner come Samsung ed Lg, vere superpotenze dell'hi-tech, che ,al contrario degli altri player, controllano l'intera catena del valore della tecnologia digitale, visto che producono direttamente quasi tutti gli ingredienti, dai pannelli touch lcd, alle memorie a gran parte dei chip più importanti. E fare arrabbiare i chaebol dell'elettronica che hanno portato sul podio Android non è detto che sia una buona idea.

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