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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2011 alle ore 14:31.

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L'estensione dei ghiacci il 9 settembre 2011 confrontata con la media della superficie minima durante l'estate degli ultimi 30 anni (in giallo). In rosso, il Passaggio a Nord-Ovest, ormai completamente navigabile. (Credit: NASA Goddard's Scientific Visualization Studio).L'estensione dei ghiacci il 9 settembre 2011 confrontata con la media della superficie minima durante l'estate degli ultimi 30 anni (in giallo). In rosso, il Passaggio a Nord-Ovest, ormai completamente navigabile. (Credit: NASA Goddard's Scientific Visualization Studio).

Il ghiaccio artico è sceso di nuovo a livelli record. Nel mese di settembre l'estensione della calotta polare ha ridotto la propria superficie fino a una dimensione che è seconda solo al limite toccato nell'estate del 2007. Lo ha annunciato la Nasa, sulla base dei dati raccolti dai satelliti ed elaborati dal National Snow and Ice Data Center dell'Università di Boulder, in Colorado. E così anche il famoso Passaggio a Nord-Ovest, che consente di scavalcare il Canada dalla Groenlandia all'Alaska, è adesso ben libero dai ghiacci e navigabile.

Siamo arrivati a toccare i 4,33 milioni di chilometri quadrati il 9 settembre contro una media per lo stesso mese di 4,61. Significa 280.000 chilometri quadrati in meno. E siamo di ben 2,43 milioni di chilometri quadrati al disotto della media dei ghiacci registrata tra il 1979 e il 2000. Ogni anno, come si sa, la calotta che si estende attorno al Polo Nord e che copre l'Oceano Artico aumenta la propria dimensione durante i mesi invernali dell'emisfero settentrionale e si rimpicciolisce durante l'estate, arrivando a toccare il minimo in settembre. Rispetto al 2007, quest'anno le cose sono andate leggermente meglio soprattutto grazie alle diverse condizioni climatiche durante l'inverno, che nel 2006-2007 fu particolarmente caldo e seguito da un'estate con temperature nettamente superiori alla media.
In realtà, dicono gli scienziati, quest'anno, nonostante l'estate più lunga del solito, l'andamento del clima durante l'inverno e fino all'inizio di settembre non è stato tale da far prevedere un'impennata nello scioglimento dei ghiacci.

E il fatto che invece siamo arrivati lo stesso a un soffio dal minimo viene inteso, ovviamente come un pessimo segnale. «Il ghiaccio sul mare non solo si sta riducendo, ma il passo al quale marcia questo declino diventa sempre più drammatico. Il ghiaccio più vecchio e duro si sta ritirando più velocemente di quello delle altre zone, rendendo la calotta sempre più vulnerabile», spiega Joey Comiso, senior scientist del Nasa Goddard Space Flight Center di Greenbelt. Per gli scienziati, infatti, non è importante solo quanto ghiaccio si sciolga, ma anche quale e dove. C'è una parte della calotta che è destinata naturalmente a fondere e riformarsi, ma c'è anche una grossa crosta di ghiaccio perenne che invece comincia a mostrare forti segni di cedimento. Un altro dei segnali pericolosi registrati, infatti, è la riduzione dello spessore del ghiaccio: apparentemente la superficie coperta non si riduce, ma in realtà la crosta diventa più sottile e a rischio di frantumarsi.

Se il calcolo viene fatto in modo diverso e più preciso, poi, si scopre che il 2011 risulta addirittura l'anno peggiore di sempre. Quando si parla di estensione dei ghiacci, infatti, vuol dire che vengono incluse tutte le zone in cui il ghiaccio copre più del 15% della superficie del mare. Ma il satellite Aqua della Nasa, che è dotato di radiometro a microonde, è riuscito a misurare esattamente l'area dei ghiacci, escludendo tutte le parti trasformate in acqua, e ha scoperto che facendo così i calcoli stavolta abbiamo davvero toccato il minimo assoluto.

Questi dati, d'altra parte, dati non fanno altro che confermare le tendenze già in atto e conosciute degli ultimi trent'anni e collegate al riscaldamento globale della Terra. Dal 1979 è scomparso il 12% della calotta polare ogni dieci anni. Per il 2100 si prevede che d'estate la calotta polare non esisterà più e l'Oceano artico sarà una enorme distesa d'acqua popolata al massimo da piccoli iceberg vaganti. Ma la velocità di questo declino sembra accelerare sempre più.

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