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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2011 alle ore 10:56.

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Che le piattaforme social abbiano peso anche nella vita professionale non è una novità, lo dimostra Linkedin che, con i suoi 115milioni di iscritti, è uno strumento usato di frequente da quei datori di lavoro che sono alla ricerca di figure professionali da inserire in posizioni esecutive. Lo strumento preferito diventa però Facebook quando i datori di lavoro cercano nell'ambito scolastico o universitario chi si annuncia per la prima volta al mondo del lavoro. Facebook entra sempre più nelle grazie anche degli head-hunters.

Questo sorpasso, a modo suo ha un risvolto interessante e storico, evidenziato da uno studio commissionato e in parte condotto da Potentialpark, società svedese specializzata negli studi sulla ricerca del personale che si è posta la domanda sul dove cercare i nuovi talenti. I risultati di questa indagine, non ancora pubblicati, sono stati parzialmente anticipati dal sito Mashable.

Lo studio è stato condotto su 30mila studenti sparsi ovunque sul globo e su 500 aziende con base in America, in Europa e in Asia. Il risultato a livello europeo è a favore di Linkedin, giacché il 48% degli intervistati giudica Facebook "il posto sbagliato dove cercare". Risposta che appare davvero scontata, soprattutto perché la tanto decantata privacy che, più di una volta a fatto sobbalzare Zuckerberg sulla sedia, ora si rivolta contro tutti gli utenti che hanno blindato il proprio profilo, sbattendo così la porta in faccia anche a chi vorrebbe consultarlo per una valutazione professionale.

Altro dato rilevato dallo studio vuole che oltre il 33% delle aziende europee intervistate abbia aperto una pagina Facebook dedicata al reclutamento di nuove leve e che la maggior parte di queste abbiano oltre mille fan. Segno indelebile che, almeno in Europa, si fa un uso non del tutto corretto delle piattaforme social. Fuori dal Vecchio Continente chi fa recruiting è più propenso a sfruttare l'immenso parco utenti di Facebook, e questo per (almeno) 7 motivi: vi è la possibilità di creare una pagina aziendale dedita al recruitment che viene tenuta in costante osservazione dalle aziende stesse, considerando la qualità dei commenti e delle discussioni che gli utenti avviano.

Viene apprezzata la possibilità di rivolgersi a più persone contemporaneamente e in modo spesso sincrono, cosa che Linkedin non permette (ancora) di fare. Sembra strano ma chi è fresco di laurea, almeno stando ai risultati dello studio, aggiorna quasi immediatamente il proprio profilo Facebook e soltanto dopo quello Linkedin. Facebook è free e permette di caricare contributi multimediali che possono rendere appetibili le pagine aziendali che riescono anche a fare marketing. Il rapporto utenti è di 1 a 8: 800 milioni di persone sono iscritte a Facebook, poco più di 100milioni quelle iscritte a Linkedin. Facebook è molto più aperto di Linkedin. Quest'ultimo, per dare maggiore navigabilità a chi la desidera, richiede il pagamento di una fee. É facile creare un sito web, in questo caso quello ufficiale di ogni azienda, e integrarlo con il Web 2.0, come il bottone "I like". Facebook è un veicolo pubblicitario migliore e le pagine aziendali possono essere visitate da molte più persone. Il marketing gioca sempre il suo ruolo.

Contro ogni logica, prendersi cura del proprio profilo Facebook può essere più redditizio del curare quello su Linkedin e, chi è in cerca di un'occupazione, valuti l'ipotesi che l'azienda alla quale sta per inviare il proprio curriculum vitae potrebbe essere attiva in casa Zuckerberg.

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