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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2011 alle ore 12:10.

Domani, 21 ottobre, non si sa bene a che ora, ci sarà la fine del mondo. Di questo è convintissimo l'ex ingegnere e ora novantenne predicatore Harold Camping, californiano doc. Ha fatto i suoi bravi conti su quanto dice la Bibbia e ne è sicuro. Se sopravviveremo alla triste previsione subito dopo, fra sabato e domenica, avremo a che fare con il rientro a Terra, incontrollato, del satellite tedesco Rosat che sta arrivando al suolo con un orbita a spirale.
Pesa 2.4 tonnellate, non poco quindi, anche se metà circa di Uars, il satellite Nasa che un mese fa circa è caduto nell'Oceano senza fare danno alcuno. Rosat è un satellite per studiare i raggi X emessi dai corpi celesti che ha funzionato bene dal 1990 al 1999 e poi si è guastato, si disse all'ora forse per un atto di pirateria informatica della Russia contro gli Usa , che sono partner della missione assieme al Regno Unito. Cade sulla Terra per varie ragioni: l non è dotato né di un meccanismo di autodistruzione né di un piccolo razzo propulsore che permetta di pilotarlo un minimo nella caduta. Se pensiamo che il 70% e passa del globo terrestre è ricoperto da mari e oceani non dovrebbe essere difficile farlo cadere in acqua pilotandolo. L'altra ragione è comune a tutti questi pezzi di antiquariato cosmico che rientrano sul Pianeta.
Il ciclo del Sole vede dei momenti di maggiore attività, con un periodo di 11 anni, specialmente legato ai cosiddetti flares, brillamenti che eruttano energia sotto forma di radiazioni anche per più di un giorno. Quanto arriva sulla Terra questo surplus di energia fa sostanzialmente quel che fanno i nostri termosifoni: scalda l'atmosfera ai piani alti, dagli 80 ai 100 chilometri. Questa , scaldandosi, si alza di diversi chilometri, il caldo va verso soffitto anche a casa nostra, e il povero satellite che orbitava tranquillo si trova ora a dover vincere un attrito continuo con l'aria che prima non c'era. Per quanto rarefatta sia quest'atmosfera riesce , come ne caso di ROSAT, a fargli cambiare orbita.
Ma veniamo al dunque: ci cadrà sulla testa, a qualcuno di noi intendiamo? L'Agenzia Spaziale tedesca, DLR, è categorica: le probabilità che arrivi in un luogo abitato sono minime e quelle che arrivi su qualcuno o qualcosa sono di una parte su un milione. Anzi seguendo le orbite tipiche di Rosat (grafico) si vede che il massimo della probabilità è ovviamente che cada in mare, come praticamente tutti gli altri. Dove? Impossibile da dire assicura Heiner Klinkrad , capo della divisione "detriti spaziali" dell'Agenzia tedesca, le ultimissime due o tre ore, quelle che il satellite passa fra i 100 chilometri di altezza e gli 80, sono decisive sia per l'orbita e quindi il punto di caduta che per capire se si frammenterà e cadrà come una nuvola di detriti o meno. E' infatti in quelle quote che è massimo il riscaldamento sul satellite e quindi la possibilità che si disintegri in mille pezzi. Questa volta c'e' un problema non da poco: il telescopio per i raggi X ha uno specchio speciale, resistente al calore, da 1.7 tonnellate, e questo potrebbe anche non frazionarsi in tanti pezzi e pezzetti.
Aver paura quindi e credere alle statistiche più o meno fantasiose che vengono diramate in queste ore sul rischio per l'Italia? L'evento è possibile ma assolutamente improbabile. Vincere al superenalotto con punti 6 è molto più probabile.
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